La prima parte degli scontri si era terminata e Guisgard stava bene, tirai un sospiro di sollievo...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Sugli spalti, intanto c'era attesa.
Carlo si avvicinò a Talia.
“Non abbiate paura...” disse “... si sta dimostrando molto abile... vedrete che andrà tutto bene...”
|
Mi voltai e fissai Carlo per un istante...
“Avete un bel coraggio, voi...” sussurrai “Sì, avete proprio un bel coraggio... Spero, almeno, che questo servirà!”
Gli lanciai un’occhiata torbida...
non ero arrabbiata con lui, una parte di me poteva anche capirlo in fondo: lui voleva solo salvare il suo principe ed il suo regno...
ma io ero preoccupata per Guisgard e mi seccava che i loro piani dovessero per forza mettere lui in pericolo.
E fu un quel momento che suonò la tromba: erano rientrati nel campo...
Lo scontro fu duro...
d’istinto chiusi gli occhi all’impatto...
ma poi sentii grida di gioia intorno a me e di festeggiamento.
Inspirai profondamente... fu un sospiro di sollievo... ed il mio core riprese a battere...
aprii gli occhi e lo vidi tra gli uomini della contrada che già lo avevano raggiuto, accerchiandolo e portando con loro, spinti dalla loro gioia, tanto lui che il cavallo...
sorrisi, raggiunte...
e tuttavia il sorriso mi si gelò sulle labbra appena un istante più tardi...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Ma mentre tutti festeggiavano raggianti, Guisgard si accasciò improvvisamente su Pestifero, per poi perdere i sensi.
“Sua Maestà...” gridò uno dei contradaioli che lo reggevano “... Sua Maestà...”
“Cosa accade al principe?” Urlò Ippio.
“E' ferito!” Gridò quel contradaiolo.
Infatti una delle schegge dello spadone di Yrko si era conficcata nel suo fianco.
Lo portarono allora subito nel padiglione.
E la paura scese su tutto il campo.
|
Per un attimo rimasi immobile, impietrita dall’orrore...
i miei occhi lo videro accasciarsi e venire raccolto, lo seguirono mentre veniva portato al padiglione e rimasero immobili sui tendaggi mentre un denso silenzio calava sul campo...
tremai e dovetti fare appello ad ogni pur minimo briciolo di lucidità rimastomi per non sprofondare nel terrore...
lentamente mi voltai e gettai in faccia a Carlo lo sguardo più truce che possedevo...
“Farete bene a pregare che stia bene!” esclamai dura “Farete bene a pregare, o io...”
Ma non finii la frase: senza aggiungere altro e senza guardare nessuno in faccia, lo oltrepassai, scesi dal palco in fretta e mi diressi verso il padiglione della Pantera.
E, raggiuntolo, trattenendo un piccolo sospiro per non perdere il controllo, entrai.