Ero rimasta in disparte e in silenzio per tutto il tempo, nel padiglione... ero contrariata.
Non che non volessi aiutare quelle persone o che non mi dispiacesse che Chanty fosse tanto nel caos, o che il principe fosse scomparso... ma continuavo a pensare che quella messinscena fosse avventata e pericolosa sotto troppi aspetti.
Guisgard tuttavia se la cavò bene: riuscì a montare il cavallo del principe e a farsi portare la spada... e sembrava davvero che nessuno dei contradaioli nutrisse alcun sospetto su di lui, al momento... e per questo tirai un sospiro di sollievo.
Fu uscendo dal padiglione che vidi ancora quella ragazza... quella la cui voce mi aveva incuriosita poco prima: parlò con uno dei contradaioli e poi si defilò oltre o palco laterale... la seguii con lo sguardo, senza riuscire a togliermi dalla mente l’idea che non assomigliasse affatto a tutti gli altri abitanti di Chanty...
Salendo sul palco, tuttavia la persi di vista.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Guisgard così prese la lancia che gli porgeva uno dei suoi scudieri e galoppò intorno allo spiazzo.
Raggiunse allora la tribuna dove stavano i suoi e cercò un volto fra quelli che assistevano.
Riconobbe quello di Talia e battè tre volte con la lancia sul parapetto dove si trovava lei.
Il pubblico esultò e invitò la dama a donare il suo fazzoletto al cavaliere.
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Lo fissai per un momento, poi scesi i pochi scalini che mi separavano dal parapetto e annodai il mio fazzoletto alla cima della sua lancia...
‘Non credere che questo sistemi tutto, signor Taddei...’ pensai tra me, fissandolo intensamente mentre lo facevo ‘Continuo a pensare che sia una pazzia... e tu...’
Sospirai, vagamente rassegnata, e strinsi appena gli occhi...
“Sta’ attento...” articolai lentamente con la bocca, ma senza emettere un suono, fissandolo...
poi tornai al mio posto.
E tuttavia, appena pochi istanti dopo, vedendolo colpire tutti gli stendardi degli sfidanti, non potei che pensare che la prudenza non fosse proprio nelle sue corde... e mi sentii male.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Uno squillo di tromba e la giostra cominciò.
I primi a competere furono ser Maganzano dell'Oca che sfidò proprio il principe.
I due contendenti raggiunsero i lati opposti dello spiazzo.
Impugnarono i loro spadoni di legno e al segnale dei Marescialli di Campo partirono al galoppo, caricando l'uno contro l'altro.
Calò il silenzio dalle tribune e si udì solo l'incedere poderoso dei sauri sospinti dagli speroni che i cavalieri affondavano nei loro fianchi.
E quando finalmente la loro corsa terminò con un vigoroso impatto, il rumore degli spadoni fu udito fin sulle platee più distanti.
L'esito della gara non fu subito chiaro, visto la gran quantità di polvere che i cavalli avevano sollevato.
Alla fine però, emersero due sagome.
Il principe ancora in groppa a Pestifero e il cavallo di Maganzano.
Questi però era a terra, nella polvere.
E ci fu il boato dei Panterini che salutarono festosi la vittoria del loro campione.
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Avevo chiuso gli occhi un istante prima dell’impatto, le mani sulla bocca.
Poi li avevo riaperti lentamente...
quella nuvola di polvere...
l’attesa...
l’ansia...
l’agitazione...
tremavo e mi sentivo come pietrificata, tanto ero immobile...
Poi lentamente la nube si dissolse ed io scorsi la figura di Guisgard ancora in sella...
tirai un sospiro di sollievo...
sorrisi, allora, ed esultai insieme agli altri.