Altea aprì gli occhi.
Aveva avuto un sonno inquieto, pieno di incubi.
Il ricordo di quel molosso aveva scosso e traumatizzata la ragazza.
Aprì gli occhi e si trovò nella sua stanza.
La luce del meriggio penetrava dalla piccola bifora, illuminando le coperte del suo letto.
Si accorse poi che vi erano delle figure attorno a lei.
Figure che non fu in grado di riconoscere subito.
Poi, piano piano, cominciò a sentire una fitta all'altezza del collo.
Istintivamente tentò di portare una mano dove sentiva male.
“No, non toccatevi le bende...” disse una di quelle figure accanto al suo letto “... la ferita è ancora aperta... come vi sentite, milady?” Riconobbe poi quella voce.
Era quella di Steno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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