“Forse non abbiamo altra scelta...” disse Guisgard a Talia.
“Ser Carlo sarà lieto di rivedervi, mio signore...” fece il vecchio “... certo, sorpreso ed incredulo, ma felice... come non mai!”
Guisgard annuì.
“Prendete i miei cavalli, mio signore.” Eccitato il vecchio. “Uno per voi e uno per la vostra dama. Li sellerò in un momento!” E corse verso la stalla.
Ritorno poco dopo, con due cavalli pronti.
“Prendete questo...” dando loro un corno “... lo suonerete per annunciarvi una volta arrivati.”
Guisgard e Talia allora lasciarono quella casa per risalire il colle e raggiungere il castello di Carlo di Monsperon.
Era questa una costruzione imponente, con ampie torri merlate, mura alte e spesse, con bastioni e muri a scarpa che reggevano la terra di riporto spostata per le antiche fondamenta.
Giunti davanti al portone, Guisgard suonò il corno datogli dal vecchio.
“Sembra di essere in un film in costume...” mormorò poi guardando Talia.
Ma proprio in quel momento qualcuno si affacciò dalle mura.
“Cosa cercate?” Chiese.
“Vogliamo parlare con Carlo di Monsperon.” Rispose Guisgard.
“Ser Carlo di Monsperon.” Fece l'uomo dalle mura.
“Si, certo...” annuì Guisgard “... qui devono essere tutti molto sensibili a questo pittoresco protocollo...” a voce bassa verso Talia.
“Milord comunque non incontra nessuno oggi.”
“Ma è una cosa importante.”
“Tornate fra un mese.”
“No, non ci muoveremo da qui fino a quando non ci riceverà!” Deciso Guisgard. “Mostrategli questa!” Tirando fuori da una tasca la lettera trovata nel Codex Nolhiano, avvolgendola poi attorno ad un sasso e tirandola verso le mura.
L'uomo sulle mura la raccolse e rientrò.
Dopo un po' il portone del castello cominciò ad aprirsi.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|