Masan fissò con durezza Clio.
I suoi occhi, a causa delle parole della ragazza, ora apparivano come ardenti di rabbia.
Scosse allora la spalla, come a volersi liberare della mano di Clio e uscì dal refettorio.
In quel momento però, la donna giunta un attimo prima, a quelle parole di Clio, spostò il velo dal suo volto e si mostrò.
La pelle era chiara, liscia e gli occhi di un profondo blu.
Le labbra vermiglie disegnavano un'espressione austera, eppure di una certa delicatezza e candore, mentre i tratti del volto, nonostante la donna non fosse truccato, tradivano una bellezza limpida e solare.
“Mia signora...” disse piano Oriana, per poi mostrare un lieve inchino “... quanto tempo... quanto...”
“Perchè siete qui, madama?” Chiese ad Oriana.
“Per quel biglietto...”
“Cosa volete che faccia?”
“Mia signora...” fissandola Oriana “... voglio solo che mi diciate la verità... è stato scritto da Sua Maestà, vero?”
“Ho pregato, implorato, scongiurato che fosse scappato...” disse la donna “... che avesse abbandonato tutto e tutti... magari per raggiungere un luogo lontano, un paese straniero...” scosse il capo “... tutto, pur di non saperlo ancora qui imprigionato...”
“Lady Beatrice...” in lacrime Oriana.
“Si...” annuì l'altra “... è stato lui a scriverlo... ora lo so... ne ho la certezza... lo tengono imprigionato... e forse è meglio così...”
“Mia signora?” Stupita Oriana.
“Oggi inizieranno i giorni del Palio” guardandola Beatrice “e avrebbero potuto ideare un piano ben peggiore... magari quello in cui, simulando un incidente, veder morire Ardena nella giostra...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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