Capitolo V: Lady Beatrice
“Primo viandante:<< Caro il mio Gianardan, io ho sempre notato che questo è un grave difetto nel vostro carattere.>>
Gianardan:<<Cioè?>>
Primo viandante: <<Che abbiate sempre a sparlar del vostro paese. Come mai potete pensare che le strade larghe siano buone dove che sia? Da' retta, Kaundilya; ecco qua un uomo, il quale crede sul serio che nell'ampiezza delle strade stia la salvezza di un paese.>>
Kaundilya: <<Non serve ripeterti, Bhavadatta, che Gianardan ha sortito da natura un certo tortuoso comprendonio, che prima o poi gli farà capitar male. Se al Re giunge sentore del nostro degno amico, avrà un bell'arrabattarsi costui per trovare un cane che a morte sua gli canti il requie.>>
(Rabindranath Tagore , Il Re della Camera Buia)
“Sua Maestà” disse Oriana a Clio “gareggia per la contrada della Pantera. Egli ne è il cavaliere. Ora non so chi altri abbiano scelto quei contradaioli per sostituire il loro campione. E forse loro sono tra i più fedeli seguaci del nostro re. Quanto a me...” accennando un lieve sorriso “... io sono nata in quella della Torre, mentre mio marito è originario di quella dell'Oca.” Vide Masan presentarsi a loro. “Salute a voi, messere... beh, direi che possiamo andare...”
Poco dopo lasciarono la casa della nobildonna e in breve uscirono dalla città.
“Dove siamo diretti?” Chiese Masan.
“Al convento delle Clarisse di San Miantio...” rispose Oriana.
“E posso chiederne il motivo?”
Oriana lo guardò.
“Oh, non volevo essere indiscreto o irriverente...” fece Masan “... è solo che, avendo visto l'entusiasmo negli occhi della nostra dolce e vivace Clio, beh... pensavo si trattasse di qualcosa forse di importante anche per me...”
Ma proprio in quel momento intravidero una sagoma, austera e remota, che si elevava tra verdeggianti cipressi ed erbosi castagni.
Era il convento di San Miantio.