Lasciammo la locanda.
Guisgard aveva ragione, pensavo... dopotutto l’uomo che rispondeva al nome di Carlo di Monsperon era l’unica pista che avevamo, al momento, ed io ero abbastanza certa che se Robert de’ Taddei aveva deciso di lasciare quella lettera nel Codex, non era certo stato per caso... Robert aveva tracciato quella strada per Guisgard, ne ero certa... e lo aveva fatto molti anni prima, lo aveva fatto con cura e precisione... dove portava quella strada ancora non riuscivo a vederlo, ma ero certa che ci fosse e che fosse ben visibile davanti ai nostri passi...
esitai...
poi mi corressi: era ben visibile, sì, la strada tracciata da Robert, ma lo era davanti ai passi di Guisgard.
E poi c’ero io.
Io, che ero piovuta lì apparentemente senza un vero motivo... e senza un vero motivo ero rimasta. Di certo il vecchio Robert non poteva aver previsto la mia presenza, pensai... eppure Guisgard sembrava quasi darla per scontata, ormai...
si fidava: mi aveva rivelato i suoi piani, i suoi propositi, mi aveva svelato quegli enigma, avevamo discusso della via da prendere e adesso, come se non bastasse, mi stava lasciando portare il Codex...
d’istinto, ruotai appena la testa e gli lanciai un’occhiata morbida.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
E verso il pomeriggio intravidero un casale tra alcuni cipressi.
“Finalmente si vede qualcosa...” fece Guisgard “... anche se non credo che quella sia la dimora di Carlo di Monsperon... anche perchè dovrebbe trattarsi di un castello...”
I due allora si avvicinarono al portone d'ingresso del casale.
Lui bussò più volte, ma tutto quel luogo appariva deserto.
“Chi è là?” all'improvviso una voce.
“Siamo dei viaggiatori...” rispose Guisgard “... ma chi parla?” Infatti si udiva solo quella misteriosa voce.
“Chi parla?” Ancora quella voce.
“Voi chi siete, piuttosto!” Esclamò Guisgard.
Ad un tratto si udirono dei rumori e un attimo dopo qualcuno si affacciò da una delle finestre.
Era un uomo anziano.
Guisgard e Talia lo fissarono.
“Oh...” mormorò quello “... ma... non può essere...”
Guisgard fissò Talia stupito, per poi tornare a guardare il vecchio.
“Voi...” incredulo quello “... voi...” e rientrò di corsa.
Pochi istanti dopo apparve sul portone d'ingresso.
Fissava Guisgard con gli occhi lucidi.
Corse allora verso di lui e in lacrime gli si gettò ai piedi.
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La scena fu alquanto insolita ed inattesa...
Spalancai gli occhi a quel gesto del vecchio, profondamente stupita.
E, a giudicare dallo sguardo che Guisgard mi ricambiò, egli non era certo meno sorpreso di me.
Osservai per un istante il vecchio, prostrato a terra... gli occhi lucidi... le mani tremanti che sfioravano gli stivali dell’uomo che gli stava di fronte, quasi con venerazione, con devozione...
Infine, ridestandomi e scattando in avanti, mi avvicinai al vecchio...
“Mi scusi... signore...” dissi gentilmente, avvicinandomi e tendendo con gentilezza una mano verso di lui, come a volerlo aiutare ad alzarsi “La prego... la prego, non credo sia il caso...”
Contemporaneamente, sollevai lo sguardo e lanciai un’occhiata a Guisgard, come a sollecitarlo a fare altrettanto.