Guisgard fissò quei due uomini correre per lo spiazzo della locanda, per poi sparire oltre il porticato coperto da rampicanti.
Poi si guardò intorno.
Vi era indifferenza.
Lui aveva colpito un uomo per aver importunato Talia e quello aveva estratto, per tutta risposta, un coltello, senza che nessuno si fosse scomposto più di tanto.
C'erano solo altri due clienti, fuori, dunque neanche confusione per coprire l'accaduto.
Ma nonostante questo, nessuno sembrava averci fatto caso.
O forse nessuno aveva voluto dare importanza a quella scena.
Locandiere compreso.
“Beh, vorrà dire che la prossima volta mi farò gli affari miei.” Disse Guisgard voltandosi verso Talia.
Scelsero allora un tavolo e si sedettero per la colazione.
“Scusami...” mormorò poi lui “... scusami, Talia... non volevo essere scortese prima...” e quasi con un gesto istintivo raggiunse la mano di lei e la strinse appena “... scusami...” poi accennò un sorriso “... però dovrai abituarti a questo genere di cose... con quell'abito sei molto... si... sembri una modella pronta per un quadro del Botticelli... ci sta allora che fermerai il traffico più di una volta ed io finirò col picchiare tutti perchè sarò geloso perso...” le fece l'occhiolino.
Il locandiere servì loro la colazione.
Focacce, miele, qualche confettura e frutta fresca.
“Volevo sapere... per Chanty?” Chiese Guisgard.
“Siete già a Chanty.” Rispose il locandiere.
“Davvero?” Sorpreso Guisgard. “Allora esiste davvero...” sottovoce a Talia “... e la città più vicina?” Rivolgendosi di nuovo al locandiere.
“Fisyem, la capitale.” Disse questi. “E' anche l'unica città del regno.”
“L'unica città?” Sorpreso Guisgard. “Regno? E' una monarchia Chanty?”
“Lo era.” Annuì il locandiere. “Ora però è solo confusione.”
“Perchè?”
“Perchè il re è sparito” spiegò il locandiere “e i Rossi hanno preso il potere.”
“In pratica un bel colpo di stato.” Guardandolo Guisgard. “E siamo capitati in un brutto momento, mi pare di capire...” voltandosi poi verso Talia. “Noi stiamo cercando un certo Carlo di Monsperon...” rammentando la lettera trovata nel Codex Nolhiano.
“Il barone Carlo di Monsperon?” Ripetè il locandiere. “Egli però non vive più a Fisyem. Dopo la scomparsa del re, come tutti i nobili, anche lui è diventato sgradito ai Rossi.”
“Questi Rossi” fece Guisgard “sembrano voler dettare legge a tutti i costi... qui non arrivano?”
“Siamo troppo fuori mano qui.” Disse il locandiere. “E questi fatti neanche ci interessano più di tanto. Il re ed i suoi guai sono lontani... io, in verità, neanche l'ho mai visto... non mi muovo mai da qui e lui, a sentire molti, non è certo il tipo che ama curarsi più di tanto del suo popolo... anzi, pare odiasse abbastanza queste terre... come se non si sentisse di Chanty...”
“E questo barone di Monsperon?”
“Si trova su un colle non lontano da qui...” indicando la direzione il locandiere “... nel suo castello... ma non dite in giro di conoscerlo... i Rossi hanno occhi ed orecchie ovunque...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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