Yrko di Bumin entrò nell'androne e con un cenno del capo salutò Giacomo il Nero.
Questi lo fissò, rispondendo con accenno quasi impercettibile degli occhi.
“I Blu e i Bianchi” disse poi Giacomo a Clio, quasi indifferente al padrone del castello “aspettano una mossa falsa, un errore da parte dei Rossi. E distruggere o anche solo danneggiare quei ritratti equivale ad offendere l'amor proprio dei monarchici. E del resto hanno ragione... il re potrebbe essere vivo, chissà... quando e se, poi, si scoprirà il contrario, allora non solo quei ritratti, ma tutta la memoria storica della Corona sarà eliminata... e fino ad allora sarà compito mio evitare che i Rossi cadano in errori del genere...” accennò un lieve sorriso “... vedo che il vostro amico è un po' malandato...” indicando Masan “... allora, se permettete, vi accompagnerò io stesso a casa di vostra zia... così potrò salutarla e rassicurarla sulla condotta di sua nipote...”
Si avvicinò allora Yrko.
“Dopo, al mio ritorno, devo parlarvi...” rivolgendosi a lui con freddezza Giacomo.
L'altro annuì e si allontanò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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