Inizialmente Masan apparve titubante a quella proposta di Clio, poi, vedendo il casino intorno a loro, annuì e seguì la ragazza.
Aprirono una porta e si ritrovarono in un pianerottolo, dal quale si accedeva ad una stretta rampa di scale in pietra.
Masan fece cenno alla ragazza di andare verso quelle scale.
E proprio in quel momento Clio udì qualcosa.
Era una melodia, dolce, sognante e malinconica, proveniente proprio dalle scale.
Dal piano superiore.
Era un'ocarina.
Ma all'improvviso si udirono grida e rumori vari.
Poi cani che abbaiavano.
“Ehi, voi due...” disse qualcuno alle loro spalle “... dove credete di andare?” Prese allora sia Masan che Clio per un braccio e tentò di portarli via.
L'archeologo però si liberò di quella presa e colpì violentemente quell'uomo, mostrando un'inaspettata abilità e forza.
Giunsero allora altri uomini e lo aggredirono.
Masan tentò di difendersi ma erano in troppi.
Lo bloccarono e lo picchiarono forte.
Lo presero poi di peso e insieme a Clio li riportarono nel grande salone.
Qui tutto appariva tranquillo ora.
I giovani avevano smesso di portare disordine e molti di loro erano stati malmenati.
Ovunque ora apparivano uomini con le fasce rosse.
E fra loro vi era qualcuno che Clio conosceva bene.
Era Giacomo il Nero.
“Idioti...” rivolgendosi con disprezzo ai giovani e alle giovani che avevano organizzato la festa “... chi vi ha dato il permesso di entrare qui? E chi ha pensato di rovinare quei ritratti?”
Lui e i suoi erano però giunti in tempo e i ritratti non erano stati toccati.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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