Avevamo camminato per un po’, al sole...
Guisgard parlava ed io lo ascoltavo... mi divertiva sentirlo parlare, mi incuriosiva: aveva un modo suo di vedere le cose, ogni cosa, e poi di esprimerle, che in qualche maniera mi affascinava...
Camminammo per gran parte del pomeriggio finché, del tutto inaspettatamente, il cielo si oscurò ed iniziò a piovere...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Poi cominciò a cadere una leggera pioggerellina.
Che divenne poco a poco più intensa.
Guisgard coprì allora entrambi col suo giubbotto da aviatore, fino a quando trovarono riparo sotto un grande noce.
“Speriamo smetta presto...” fece Guisgard fissando il cielo grigio “... anche se ne dubito... e comunque non è molto sicuro restare sotto ad un albero nel bel mezzo di un temporale...” così ripresero a correre in cerca di un riparo migliore.
Intanto cominciò a far sera.
E solo quando era ormai buio, i due videro una luce in lontananza.
La raggiunsero e scoprirono che si trattava di una locanda.
“La Tinaia...” leggendo l'insegna di legno Guisgard.
Ed entrarono.
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Correvamo sotto la pioggia...
e dopo un po’ iniziai a sentirmi zuppa e stanca, ormai, il buio si infittiva ed il temporale non accennava affatto a smettere...
e poi, all’improvviso, quella luce, via via più vicina... la raggiungemmo.
“Non m’importa come si chiama...” mormorai alle parole di Guisgard, lanciandogli però al contempo un’occhiata che era vagamente divertita “Non mi importa niente del nome, purché abbiano una doccia calda, un phon e un letto...”
Entrammo e la stanza era immersa in una luce bassa e soffusa, socchiusi gli occhi per capire se vi fosse qualcuno...
poi lentamente mi voltai e lanciai un’occhiata a Guisgard, che era entrato nella stanza dietro di me e che stava richiudendo la porta.