“Lascia perdere il vestito troppo corto e i tacchi troppo alti, bambola...” disse Daiz ad Altea “... tu faresti effetto anche con un saio...” sorrise “... no, neanche io ho mai sentito nominare questo Chanty... deve essere qualche piccolo paesino disperso in mezzo a queste colline...”
Camminarono un po', seguendo le scarse indicazioni date loro dalla donna.
Alla fine, una sagoma alta e scura si alzò nel buio circostante.
“Deve trattarsi del convento di cui parlava la donna...” fece Daiz.
Lo raggiunsero poco dopo, quando ormai già cominciava ad albeggiare.
“Ecco...” ridendo Daiz “... ora forse si che la tua gonna mozzafiato potrà dare scandalo...”
Bussò alla porta del convento.
E qualche istante dopo una fessura nel portone si aprì, lasciando intravedere due occhi stretti.
“Chi è che bussa a quest'ora tarda a questo convento?”
“Siamo dei viaggiatori...” spiegò Daiz “... la macchina ci ha lasciato a piedi in mezzo a queste colline... possiamo chiedere di entrare per una telefonata?”
La porticina si chiuse di colpo.
“No, non possiamo...” mormorò Daiz.
Ma un attimo dopo la porticina del portone si aprì ed apparve un monaco.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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