Gem prese per un braccio Elisabeth, a cui il vino sembrava aver causato un leggero capogiro.
“Forse non è il caso di fare tutta questa strada a piedi, Elisabeth...” disse alla donna “... almeno fino a quando non avrete sbollito gli effetti del vino...”
“In effetti” fece il milord “tutta quella strada a piedi non è consigliabile neanche fra un'ora. Forse davvero vi occorrono dei cavalli.”
“Si, ma non ne abbiamo.” Fissandolo il pilota. “Quindi faremo di necessità virtù.”
“Aspettate...” mormorò il milord “... Pioppo! Presteremo i nostri cavalli a questi due amici.”
“Quelli che abbiamo nella stalla qui?”
“Certo!” Esclamò il milord. “Quali altri sennò? Su, valli a sellare!”
Pioppo annuì e raggiunse la piccola stalla che si trovava a qualche centinaio di metri oltre la casa.
“Non credo di poter pagare i vostri cavalli...” mormorò Gem.
“Sciocchezze.” Disse il milord. “Non ve li venderei mai. Sono ottimi esemplari. Me li renderete quando ci rivedremo fra qualche giorno a Fisyem. Ora andate. Pioppo avrà preparato i cavalli. E buona fortuna, amici miei.
Così, Elisabeth e Gem, in sella a quei due cavalli, imboccarono il sentiero indicato loro dal milord.
Poco dopo avvistarono alcuni uomini a cavallo.
Erano una mezza dozzina ed indossavano abiti simili fra loro.
Pantaloni, camicia bianca ed una fascia rossa attorno alla spalla sinistra.
Quando si accorsero del pilota e della dottoressa, aumentarono la loro andatura e in breve li raggiunsero.
“Chi siete, stranieri?” Chiese uno di loro ai due. “Dove siete diretti? E perchè indossate questi strani abiti?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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