“Signorina...” disse Kuon ad Altea “... temo che il signor de' Taddei non sia facilmente raggiungibile in questo momento. E neanche telefonicamente. E' fuori città per affari e ritornerà solo quando quelli saranno risolti. Quanto al Codex Nolhiano, sono rammaricato, ma neanche in questo vi potrò essere un granché d'aiuto. Vedete, esso fu donato dal signor Robert de' Taddei molti anni fa a quel convento e non credo oggi sia reperibile.”
“Comprendo...” fece Daiz.
Finirono così il loro tè e il maggiordomo li condusse a vedere un'altra parte del palazzo.
Alla fine ringraziarono Kuon e lasciarono quell'antica dimora.
Raggiunsero la macchina e Daiz girò varie volte nei paraggi, senza andare però via.
“Restare lì non ci avrebbe portato a nulla...” mormorò fermando l'auto in un luogo appartato “... credo sia molto più redditizio stare qui... ad aspettare... cosa? Non lo so... ma magari accadrà qualcosa... ho un presentimento...”
Passarono circa due ore ed era notte ormai fonda.
Ad un tratto accadde qualcosa.
Un furgone parcheggiò poco distante, celandosi nell'oscurità.
Da esso, qualche istante dopo, uscirono delle ombre che si confusero nella notte.
“Magia?” Sussurrò Daiz ad Altea. “Prima c'erano, poi non più...” prese allora degli occhiali dal cruscotto.
Occhiali particolari.
“Li ho fregati a quelli dei servizi segreti...” dandone uno ad Altea “... indossali e vedrai ciò che la notte nasconde... sono sensibili e servono a riconoscere le fonti di calore quando la visibilità è insufficiente...”
E messi quegli occhiali, Daiz ed Altea videro quelle misteriose ombre muoversi di nuovo nell'oscurità.
E si aggiravano furtive attorno al Palazzo dei Taddei.