Il milord fece sedere alla sua tavola sia Elisabeth che Gem e ordinò a Pioppo di servire loro del buon vino.
“Il vino delle nostre dolci colline” disse il milord “non ha eguali... fidatevi, neanche nella Champagne francese esistono simili elisir... i francesi hanno ottimi formaggi e sublimi vini, lo ammetto, ma i nostri non hanno nulla da invidiare, credetemi...” rise orgoglioso “... sapete? E' stata una bottiglia di questo vino a salvarmi la vita... Pioppo, ti ho mai raccontato di quando il sultano turco prese il capriccio di offrirmi un pollo ripieno?”
“Almeno due volte nell'ultimo mese, milord.”
“Ah, ecco...” borbottò il nobile “... comunque...” tornando a fissare Elisabeth e Gem “... fui fatto prigioniero dai turchi mentre prestavo servizio nella marina Veneziana... fummo portati a Costantinopoli e ogni giorno, il sultano, decise di sacrificare uno di noi prigionieri... l'ultimo fui io... mi fece chiamare mentre era a pranzo... mi mise davanti un vassoio con un pollo ripieno di quelle loro verdure che lessano in pentole di argilla affusolate... e mi disse di mangiarlo... ma... farò a te tutto ciò che farai a questo pollo! Mi mormorò... io allora estrassi una bottiglia di questo vino che porto sempre con me per tirar giù un sorso... lui la vide e mi chiese di passargliela...”
“Ma i Musulmani non bevono alcolici...” fece Gem.
“Eh, ci sono cattivi Cristiani, come ci sono cattivi Musulmani...” sbottò il milord “... comunque... il sultano si scolò l'intera bottiglia... era brillo... mi ordinò di mangiare il pollo... ed io allora... ecco..." e si avvicinò all'orecchio del pilota mormorandogli qualcosa.
Gem fissò Elisabeth e poi scoppiò a ridere.
E lo stesse fece il milord, seguito subito dopo da Pioppo.
“E come la prese il sultano?” Chiese Gem senza smettere di ridere.
“Rise a tal punto” ridendo forte il milord “che dovette correre in bagno!”
E risero ancora più forte tutti e tre.
“Ehm...” ricomponendosi il milord “... c'è una madama con noi...” guardando Elisabeth.
“Già...” mormorò Gem, ridendo però ancora sotto i baffi.
“Cosa mi domandavate, madama?” Domandò il milord. “Ah, si... di questo paese... beh, ultimamente non si vive granché bene da queste parti...”
E raccontò di come i Rossi avessero fatto rinchiudere il re in un castello, rendendolo ospite di una prigione dorata, per poi prendere loro il potere.
Poi parlò dei Blu, ossia i nobili e della loro impotenza davanti a questo caos.
Infine citò i Bianchi, cioè il Clero, che si vedevano costretti a guardare i fedeli pagare una tassa per entrare nelle chiese, a causa dei beni artistici e dei tesori che lo stato aveva proclamato di pubblico dominio.
E questo aveva generato scontri tra i fedeli e i Rossi.
Scontri che il popolo chiamava Guerra delle chiese.
“Ma chi sono questi Rossi?” Domandò Gem.
“I Rossi sono quelli che un tempo chiamavamo borghesi.” Spiegò il milord. “Invidiosi delle nostre terre e dei nostri privilegi. E nello stesso tempo insofferenti alle leggi della Chiesa...”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|