Gem sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Beh, possiamo sempre mangiare i ceci tostati come snack...” disse “... il vino lo abbiamo... le candele danno atmosfera e il camino calore... direi che tutto è perfetto. Un aperitivo così lo fanno pagare bene nei locali più esclusivi.” Sorrise, prese poi i ceci ed una bottiglia di quel vino. “Un buco nero dice? In verità siamo stati molto fortunati... atterrare in mezzo a queste montagne non è semplice... si, siamo stati molto fortunati...” trascorsero così un paio d'ore, rilassati finalmente accanto al fuoco.
Gem le raccontò la sua storia.
Era un ex pilota, con un paio di relazioni amorose fallite alle spalle.
Appariva come un uomo disilluso, molto pratico e razionale.
I suoi modi oscillavano tra l'irrequietezza e una calma apparente, a seconda dei momenti.
E infatti Elisabeth si era ben accorta di questo aspetto della personalità del suo compagno di sventure.
Ad un tratto la finestra cominciò ad illuminarsi.
“Guardi...” fece Gem “... albeggia... è giorno... e finalmente vedremo in quale punto siamo finiti...” allora si alzò e corse alla finestra, restando a fissare l'orizzonte che si schiariva sempre più.
Ma ad un tratto Gem apparve sorpreso e turbato.
“Ma...” mormorò “... ma com'è possibile... questo territorio non è quello tra Sant'Agata di Gothia e le pendici del Taburn... ci ho volato spesso e lo conosco bene...” allora aprì la porta ed uscì fuori.
E restò a fissare quella misteriosa alba.