Clio, Masan e Solder raggiunsero infine quella luce.
Proveniva da un antro laterale che si apriva nella galleria.
“Sembra la luce di una candela...” disse Solder a voce bassa.
Masan però le fece cenno di non parlare.
Allora, senza far rumore, si avvicinò all'ingresso di quell'antro, fino a sbirciare al suo interno.
“Salute a voi!” Disse una voce all'improvviso. “Cosa fate sulla porta? Entrate, prego!”
Masan restò sorpreso.
Poi si voltò verso Clio e Solder, facendo loro segno di seguirlo.
Entrò così nell'antro.
La piccola spelonca vedeva al suo interno alcune casse lungo le pareti di pietra, usate probabilmente come sgabelli, un crocifisso inchiodato su uno spuntone sporgente e sotto di esso un tavolo rozzo e rudimentale.
Sopra c'erano alcuni vecchi libri ed una candela su di una bottiglia.
Seduto a quel tavolo vi era un uomo attempato, ma robusto e vigoroso.
Indossava una sorta di lungo e consumato saio, stretto sui fianchi da una grossa cintura di cuoio.
“Ah, non siete solo!” Vedendo entrare, insieme a Masan, anche Clio e Solder. “Ho piacere! E' tantissimo tempo che ormai non vedo gente! E l'uomo, si sa, non è fatto per vivere da solo!”