Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Ovviamente” disse Guisgard a Talia “è una prerogativa di noi eroi.” La fissò e sorrise. “In verità pensavo già di doverla salvare subito da qualcosa... magari da ciò cui sta fuggendo ora... non so, ma ho idea che lei stia scappando da qualcosa... magari creditori, o spasimanti troppo insistenti... o forse, chissà, da una vita poco appagante...” inserì la marcia successiva e l'auto, ormai fuori dal centro abitato, sfrecciò ancora più velocemente sulla strada
|
Lo osservai per un momento, a quelle parole...
fuggire...
a quella parola mi irrigidii per un momento...
fuggire...
e tuttavia non era il primo che aveva usato quel termine, dopotutto, pensai...
non gli risposi, ma appoggiai la testa lievemente all’indietro e socchiusi gli occhi...
“Talia!” disse Carl, balzando praticamente su dalla sedia nel vedermi entrare nel suo ufficio “Sei qui!”
“Già!” mormorai.
“E’ fantastico! Fantastico! Ma potevi dirmelo... potevi dirmi che saresti venuta... ti avrei mandato una macchina... si, avrei mandato qualcuno a prenderti... è fantastico!”
“Carl...”
“Sei in gran forma!” proseguì, senza darmi ascolto “In gran forma davvero... come stai, dimmi! Sì, è fantastico vederti di nuovo in pista! Dobbiamo parlare... hai qualche nuova idea? Non dirmelo: sei qui perché hai una nuova idea! Lo sapevo, lo sapevo... lo dicevo proprio ieri... ”
“Carl...”
“Devi dirmi tutto... devi raccontarmi! Coraggio, siediti... vuoi qualcosa da bere? Vuoi mangiare qualcosa? Ti faccio portare un caffè... un tè...”
“Carl, sto partendo!”
Per la prima volta da quando ero entrata nell’ufficio, la voce dell’uomo si spense ed un denso silenzio accolse le mie parole... un silenzio attonito, perplesso ed allo stesso tempo preoccupato...
“Che vuol dire?” chiese allora cautamente “Che vuol dire che stai partendo? Partendo per dove?”
“Capomazda!” risposi.
Carl mi fissò...
“Capomazda? Vuoi andare a Capomazda? Ma perché? Mi spieghi cosa speri di trovare là? Mi spieghi che senso ha questa fuga?”
“Non è una fuga!” sbottai.
“Oh si, che lo è!” mi riprese “Una fuga in piena regola, una fuga da te stessa, da qualsiasi cosa sia la cosa che ti tormenta...”
“Carl, non sono qui per discutere su questa cosa!” lo interruppi allora “Non sono qui per discutere, va bene? Io ho già deciso che voglio partire... e lo farò! E’ solo che...” esitai “...è solo che speravo... tua... tua madre non aveva una casa a Capomazda, Carl? Ce l’hai ancora? E non è che... non è che me la presteresti? Ti prego... solo per qualche tempo... solo come base... ti prego...”
L’ometto mi fissò per qualche momento, con sguardo penetrante...
“Te la presto ad una condizione!” disse “Te la presto a patto che tu riprenda a scrivere... qualsiasi cosa... anche solo qualche idea, qualche scena, qualche personaggio... me lo devi, Talia! E lo devi a te stessa! Lo farai?”
Lo osservai per un istante, immobile...
“Prometto che ci penserò!” mormorai infine.
Il ricordo di Carl e di quell’ultima volta che gli avevo parlato scivolò tra i miei pensieri per poi fluire via, delicatamente.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“... piccolo cambiamento di programma... dal dossier preparato da Kuon su quei piloti mercenari, ho visto che ci sarà più comodo raggiungere il territorio di Sant'Agata di Gothia, da cui poi risaliremo con un aereo le pendici del Taburn. In breve, così, saremo nel quartier generale dei Falchi. Naturalmente, essendo zone di confine, non ci saranno molti comfort. Noleggeremo quindi un aereo privato per raggiungere il covo di quei militari. Ah, dimenticavo... meglio viaggiare in incognito, visto che laggiù i ricchi turisti non godono di molta protezione... magari potremmo dire di essere una coppia in viaggio per cure termali o per respirare un po' d'aria pulita di montagna... oppure dire che siamo in viaggio per risolvere la nostra crisi coniugale... così non sarà obbligata ad essere carina ed affettuosa con suo marito... ho pensato a tutto, vero?” Rise di gusto.
Accese lo stereo e cominciò a canticchiare la vecchia canzona che la radio mandava.
|
“Oh...” dissi, riportando di scatto gli occhi su di lui “Andiamo in auto, quindi? In auto fino a...”
A quel nome un lungo brivido mi corse lungo tutta la schiena...
tentai di frenarlo, osservandolo canticchiare sereno, ma non ci riuscii...
esitai...
“...fino a Sant’Agata di Gothia? Ed è... è lontano?” mormorai allora, tentando di simulare il tono più naturale che mi riuscì di sfoderare.