La villa accolse così Chantal.
Come se fosse il cancello d'ingresso di un mondo fatto di profumi, colori e forme giunte da un tempo lontano.
Il tragitto si era mostrato alla ragazza traboccante di fiori e di piante, di frutti e di odori.
E tutte queste cose si erano mutate in sensazioni ed emozioni a contatto con i sensi di Chantal, facendola sentire come parte di quello scenario.
Ma l'emozione più viva e più forte fu quando la ragazza riabbracciò suo padre.
Poche parole e dolci carezze ebbe lui per sua figlia.
I due cenarono nel grande salone, dove un mobilio di gusto antico ne abbelliva il raffinato ambiente.
Ma più del mobilio erano due grossi ritratti alla parete, uno accanto all'altro, a rendere particolare quella sala.
Erano raffigurati un uomo ed una donna.
Entrambi indossavano abiti sfarzosi.
La differenza stava in ciò che appariva alle spalle dell'uomo e della donna dei ritratti.
Una campagna simile a quella vista da Chantal nel raggiungere la villa, alle spalle dell'uomo e uno scenario invece fatto di colline e cipressi abbelliva ciò che veniva mostrato dietro alla donna.
“Questa villa” disse il padre a Chantal “era uno dei soggiorni itineranti dell'Arciduca, durante le sue visite al re. Capitava che il viaggio dalla capitale lo portasse a sostare in alcune sue dimore lungo la strada e questa villa era una di esse.” Cenarono così, per poi prendere del tè nel pronao laterale. “La servitù è gente fidata. Vedrai che ti troverai bene. Ho già fatto preparare la tua stanza al piano superiore. Sono certo che la troverai accogliente. Immagino sarai stanca per il viaggio. Va a riposare. Io ho da sbrigare alcune cose, poi anche io mi ritirerò. Domattina faremo colazione insieme ed avremo un po' di tempo per noi due.” La baciò sulla fronte e si chiuse nello studio.
Una cameriera accompagnò Chantal nella sua stanza.
“Domattina” disse alla ragazza “verrò a svegliarla verso le nove, come ha disposto suo padre. Così farete colazione insieme. Il mio nome è Matilde. Se vi occorre qualcosa basterà suonare il campanello che si trova accanto al suo letto. Le auguro una buona notte.” E andò via.
La notte trascorse serena e silenziosa.
L'indomani, all'ora stabilita, Matilde bussò alla porta di Chantal.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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