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Vecchio 03-06-2013, 01.41.16   #1357
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La villa accolse così Chantal.
Come se fosse il cancello d'ingresso di un mondo fatto di profumi, colori e forme giunte da un tempo lontano.
Il tragitto si era mostrato alla ragazza traboccante di fiori e di piante, di frutti e di odori.
E tutte queste cose si erano mutate in sensazioni ed emozioni a contatto con i sensi di Chantal, facendola sentire come parte di quello scenario.
Ma l'emozione più viva e più forte fu quando la ragazza riabbracciò suo padre.
Poche parole e dolci carezze ebbe lui per sua figlia.
I due cenarono nel grande salone, dove un mobilio di gusto antico ne abbelliva il raffinato ambiente.
Ma più del mobilio erano due grossi ritratti alla parete, uno accanto all'altro, a rendere particolare quella sala.
Erano raffigurati un uomo ed una donna.
Entrambi indossavano abiti sfarzosi.
La differenza stava in ciò che appariva alle spalle dell'uomo e della donna dei ritratti.
Una campagna simile a quella vista da Chantal nel raggiungere la villa, alle spalle dell'uomo e uno scenario invece fatto di colline e cipressi abbelliva ciò che veniva mostrato dietro alla donna.
“Questa villa” disse il padre a Chantal “era uno dei soggiorni itineranti dell'Arciduca, durante le sue visite al re. Capitava che il viaggio dalla capitale lo portasse a sostare in alcune sue dimore lungo la strada e questa villa era una di esse.” Cenarono così, per poi prendere del tè nel pronao laterale. “La servitù è gente fidata. Vedrai che ti troverai bene. Ho già fatto preparare la tua stanza al piano superiore. Sono certo che la troverai accogliente. Immagino sarai stanca per il viaggio. Va a riposare. Io ho da sbrigare alcune cose, poi anche io mi ritirerò. Domattina faremo colazione insieme ed avremo un po' di tempo per noi due.” La baciò sulla fronte e si chiuse nello studio.
Una cameriera accompagnò Chantal nella sua stanza.
“Domattina” disse alla ragazza “verrò a svegliarla verso le nove, come ha disposto suo padre. Così farete colazione insieme. Il mio nome è Matilde. Se vi occorre qualcosa basterà suonare il campanello che si trova accanto al suo letto. Le auguro una buona notte.” E andò via.
La notte trascorse serena e silenziosa.
L'indomani, all'ora stabilita, Matilde bussò alla porta di Chantal.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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