Gem continuava a controllare accuratamente la strumentazione di bordo.
“No, niente paracadute...” disse ad Elisabeth “... il vento e la pioggia vi porterebbero chissà dove...” l'uomo ora appariva profondamente diverso.
Sembrava aver perso la sua vena da burlone e da spaccamontagne.
Era concentrato sugli strumenti di bordo, intento a tenere il più diritto possibile l'aereo tra la furia della tempesta.
Ma quel piccolo piper sembrava davvero troppo leggero per poter resistere a quelle forze naturali.
Tuttavia Gem non tradì né paura, né disperazione.
Era lucido e non perse mai la calma con i suoi passeggeri.
Così mormorò loro di restare calmi e ben saldi sui sediolini.
Dai finestrini non si vedeva altro, se non un muro d'acqua.
“Quanta pioggia!” Esclamò Ingrid.
“Cosa succederà?” Chiese Freinz.
“Non lo so...” rispose Gem “... fin quando la strumentazione ci permetterà di farlo, noi voleremo in mezzo alla tempesta...”
“E quando non ci riusciremo più?” Impaurita Ingrid.
“Allora cercheremo di atterrare.”
“Atterrare?” Ripetè la svedese. “Dove?”
“Non lo so...” fece il pilota “... sotto e tutt'intorno abbiamo solo montagne... ma per ora l'aereo se la sta cavando bene...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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