Guisgard fissò Talia senza interromperla.
“Se posso permettermi...” disse Kuon “... ritengo che la signorina sia molto arguta e perspicace. E per quanto può valere, anche io credo che quelle parole siano tutt'altro che vuote o assurde.”
L'ultimo dei Taddei, allora, fece qualche passo verso la parete e restò a fissare il dipinto di una battaglia.
“E' un quadro particolare...” mormorò Guisgard “... da piccolo venivo qui apposta per guardarlo... restavo per un bel po' a fissarlo... non so, forse mi colpiva il fatto che fosse stato realizzato con soli due colori... il bianco ed il nero... mio zio diceva che raffigurava una battaglia, tra cavalieri bianchi e cavalieri neri, buoni e cattivi... ma io, pur guardandolo con attenzione, non riuscivo a vedere quelle cose... per me c'erano solo i cavalieri bianchi... allora, una sera, mio zio abbassò le luci della stanza... e poi mi disse di guardare il quadro con ancora più attenzione... io fissai i miei occhi su questa tela... fino a quando, quasi per magia, come un negativo, dal chiaroscuro che dominava la scena, vidi emergere pian piano le linee nere... sembravano prendere forma e scivolare accanto alle sagome dei cavalieri bianchi, come quando un liquido viene versato su una tovaglia... e alla fine, davanti ai miei occhi, finalmente la scena si presentava completa... vedevo chiaramente i cavalieri bianchi che combattevano contro quelli neri... il male, disse mio zio, si annida sempre accanto al Bene... i giusti, concluse, vengono sempre messi alla prova e sono continuamente chiamati a combattere...” si voltò verso Talia “... allora, eroina senza dimora e senza meta, mi dica...” sorrise “... perchè è venuta proprio qui a Capomazda? Ma prima dovrei conoscere il suo nome, no? Vuole dirmelo, o devo indovinarlo io? Sono bravo a questo genere di giochi, sa? Nell'indovinare i nomi, intendo.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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