Il lugubre e prepotente inverno sembra non voler uscire dal limitare di Dite, e la novella primavera, infante impaurito dai passi incerti, sembra non esserci mia stata a rischiarire la via che conduce alla tua porta...
Intanto, nell'ovattata dimenzione dell'attesa del suo e del tuo ritorno, prendo il mio strumento ed in un vortice di ricordi mai assopiti comincio, ricomincio a cantare...
Taliesin, il Bardo
Il silenzio invade gli spazi,
il tempo scandito da finti sollazzi,
in un mondo ch'è solo ciò che appare,
la cui essenza sfiorisce e scompare.
Istinti d'azione che paiono lumi
ripiegan all'istante in finti barlumi,
le brave convinte e appassionate,
rinchiuse d'acchito in note stonate.
Soffia il vento a suonar le foglie
tese corde di violino i rami,
tamburi risonanti i tronchi rasi
Di lontano odo provenire i fiati,
lievi e soavi dapprima
incalzanti poi
lenti divenire unisono suono
Il riflesso dell'animo mio...
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)
Ultima modifica di Taliesin : 17-05-2013 alle ore 15.43.46.
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