Quella figura, ancora avvolta nella penombra, ascoltò con attenzione ogni parola di Clio, continuando a guardare verso i poliziotti e gli ospiti che ancora si trovavano dall'altra parte della sala.
“O magari” disse all'improvviso “hanno solo fatto un piacere al padrone di casa...” il suo sguardo passò da quelle persone alla ragazza “... ora avranno qualcosa a cui pensare e probabilmente lo lasceranno in pace...” alle sue spalle si intravedeva il lungo corridoio animato da un debole chiaroscuro.
Vi erano diversi ritratti alle pareti e raffiguravano i vari Arciduchi che avevano nei secoli dominato a Capomazda.
Non erano ben visibili, ma lo erano i loro sguardi.
Quelli almeno raggiunti dal contrasto tra la debole luce e la vasta oscurità del corridoio.
E dalla penombra apparivano visibili solo gli occhi di quella figura, proprio come per i ritratti degli Arciduchi.
Occhi che ora erano su Clio e la studiavano con attenzione.
Come se da quella corazza di semioscurità, la figura potesse osservare senza essere vista.
“Lei” continuò la figura “non sembra aver paura di tutta questa storia... perchè? E' incosciente, o soltanto cinica?”