Presi la tazza dalle mani del monaco e la avvicinai al viso... aveva uno strano profumo... leggermente speziato...
Per qualche momento, osservai il fumo che saliva in ampie volute da quella tazza... poi riportai gli occhi sul monaco...
“Vi sbagliate su di me...” dissi poi, con voce lieve “E’ vero, io non credo in ciò cui credete voi... ma ho sempre rispettato chi, invece, possiede quel dono. La mia anziana servitrice è spesso in pena per me e prega molto per me... io non penso che questo serva, ma rispetto ciò in cui crede. Io... sì, io credo in ciò che posso vedere e toccare e non credo nella manna dal Cielo... e non credo che aver fiducia in qualcosa di superiore porti gli uomini ad essere migliori... anzi... meschinità, sotterfugi, falsità e menzogne... solo l’Etica ci salva da tutto questo... l’Etica, e tutti quei fondamenti che ci permettono di agire correttamente, di agire mediando tra la propria libertà ed il rispetto per gli altri...”
Sospirai e portai gli occhi verso la finestra sulla parete opposta...
“Parole...” mormorai “La filosofia, come ciò in cui voi credete, rischia di restare nient’altro che parole... solo un’inutile discorso infiocchettato, se non supportato da fatti... ed i fatti, in tempi come questi, giocano tutti a nostro sfavore...”
Per lunghi minuti rimasi così, in silenzio, con gli occhi tristi fissi sui vetri della finestra da cui filtrava la luce del giorno...
e pensavo a tante cose...
pensavo al mio soggiorno lì e a ciò che dovevano pensarne a Sant’Agata...
pensavo a Sygma e a Capomazda...
pensavo a quella voce che avevo udito ed al sogno che avevo fatto nel mio stato d’incoscienza...
pensavo a quel frate ed alle sue parole...
ma più di tutto, più che a qualsiasi altra cosa, io pensavo a Guisgard: al suo gesto presso la fontana ed alla durezza delle sue parole poco dopo, pensavo a ciò che aveva appena detto il monaco su di lui, pensavo a quel suo sguardo che sapeva essere così dolce e rassicurante ma anche così tanto freddo ed enigmatico... e poi pensavo a quanto ero stata debole, pensavo alla facilità con cui avevo abbassato la guardia e a quanto dovevo essergli sembrata sciocca e fatua... e pensavo a quanto pericoloso poteva diventare per entrambi quel mio singolo momento di fragilità...
Infine battei le palpebre e mi costrinsi a tornare in quella stanza...
“Forse...” dissi allora al frate, con la voce di nuovo forzosamente glaciale “Forse dovreste andare in quel corridoio a dirgli che sto bene. Sapete, ha giurato di proteggermi ed è dunque solo per questo che quella mia sciocca caduta da cavallo lo ha così preoccupato, se è vero ciò che avere detto... dopotutto...” sorrisi amaramente “Dopotutto se mi fossi gravemente ferita, lui avrebbe dovuto fornirne spiegazione... senza contare poi il grave colpo che questo avrebbe inferto al suo cavalleresco ed arrogante orgoglio di cavaliere imbattibile!”
Pronunciai quelle parole con voce bassa, fredda e sarcastica... senza tuttavia riuscire a celare del tutto quell’ingombrante sentimento che mi attanagliava pensando a lui...
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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