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Vecchio 26-04-2013, 02.33.06   #1008
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Mamyon gridò forte per il dolore, appena Clio strappò dalla sua gamba la freccia.
Poi le cure della ragazza, ma soprattutto la sua vicinanza, ridestarono un po' il cavaliere dalla ferita e dalle percosse prese poco prima.
Densesu allora corse verso di loro per sincerarsi anch'egli delle condizioni di Mamyon.
“Si, sto bene...” disse annuendo lo scudiero a Clio.
“Una ragazza” fece il capo dei nuovi venuti “che si dimostra più impavida di voi e dei vostri uomini.” Fissando il signorotto ed i suoi cavalieri. “Potrei farvi impiccare per questo, visto che non meritate dunque il maniero che Sua Signoria vi ha affidato.”
“Sir Rudolf...” mormorò il signorotto “... se avessi saputo del vostro arrivo io vi avrei accolto degnamente...”
“Per questo non ho fatto giungere notizie.” Replicò il nuovo venuto. “Così da potervi vedere all'opera nel vostro naturale elemento... la melma.”
“Milord, io...”
“Comunque non avevo finito.” Lo zittì Rudolf. “Parlavo della vostra probabile impiccagione... e potrei farvi penzolare da un albero perchè avete tentato di far violenza ad una giovane nonostante un editto ducale. Ma in verità poca importanza ha ciò che stava accadendo qui. Almeno non tanto da richiedere il mio fastidio nell'intervenire.”
“Certo, sono villani questi.” Annuì il signorotto.
“Ma il vostro problema, ahimè...” scuotendo il capo Rudolf “... non è tanto lo stupro in sé... ma l'aver violato un Editto Ducale... in pratica avete disobbedito a Sua Grazia il vescovo e a Sua Signoria in un colpo solo... il reato in sé non è tanto il male che potevate fare a questa gente, ma la violazione ad un edito proposto da Sua Grazia e proclamato da Sua Signoria... e voi sapete quanto l'Arciduca detesti vedere i suoi ordini anche solo discussi. Figuriamoci poi ignorati. Eh, amico mio... ora posso rivelarvelo... io non ho mai visto di buon occhio la vostra presenza in queste terre. E a quanto pare avevo ragione. Dunque capite che ora con soddisfazione mi accingo a fare ciò che devo.”
“Milord, io...”
Ma Rudolf lo zittì con un cenno.
“Vi prego...” facendo poi segno ai suoi di prenderlo “... avete vissuto come un brigante, affrontate ora la giusta punizione come un aristocratico...”
“Mio signore, aspettate...” spaventato il signorotto.
“In nome di Sua Signoria...” avvicinandosi Rudolf al signorotto che i cavalieri ora tenevano fermo “... vi viene tolta ogni giurisdizione su queste terre per aver ignorato un Editto Ducale... e per aver disobbedito alla volontà del vostro signore sarete punito con l'evirazione.”
I cavalieri lo condussero allora nel mulino e dopo qualche istante si udì un forte grido di dolore, fino a quando la voce del signorotto si alterò completamente.
Poi silenzio.
“Cosa ne facciamo dei suoi cavalieri, signore?” Chiese uno dei suoi a Rudolf.
“Chi non è capace di scegliersi un degno padrone” rispose questi “non può servire Sua Signoria. Impiccateli.”
“Si.”
E gli uomini del signorotto furono condotti poco distante ed impiccati.
“I corpi resteranno lì per due giorni.” Ordinò Rudolf. “Come monito.” Poi si sedette ad uno dei tavoli. “Beh?” Fissando lo sposo e la sposa. “Basta un caprone castrato per interrompere il giorno più bello della vostra vita? Avanti, riprendete i festeggiamenti. Ora avete altri ospiti.”
E subito le donne offrirono cibo e vino a Rudolf ed ai suoi cavalieri.
“Voi invece chi siete?” Domandò poi Rudolf a Clio, Mamyon e Densesu.
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