"Il piacere è stato mio, capita assai di rado di intavolare conversazioni così stimolanti.." Dissi sorridendo ai tre ragazzi, prima di salutarli.
Restai a fissarli per qualche momento mentre riprendevano la loro strada.
"..Oh, come li invidio..." sussurrai senza voltarmi "...Frequentare le università, parlare con i più grandi sapienti della nostra epoca, imparare mille cose sempre nuove..". I miei occhi brillavano, mentre una dolorosa fitta mi trapassava il cuore.
"..Cosa darei per essere come loro, per non dover lottare contro tutto e tutti in nome della conoscenza.. Come vorrei avere un'intera biblioteca a disposizione dei miei studi..". Sospirai, persa in sogni e ricordi.
La pesante porta di legno scricchiolò, ed una figura esile e silenziosa si intrufolò nella stanza.
Per quanto la luce del sole fosse alta, le pesanti tende donavano a quell'ambiente un'atmosfera lugubre e spettrale.
Nel grande tavolo accanto alle finestra, tuttavia, una torcia illuminava interi volumi, codici, scritti di ogni genere.
"Signorina Clio.." chiamò piano una voce gentile "..Signorina.. mi manda vostra madre..".
Alzai la testa dai fogli e scrutai Miriam, la mia ancella più fidata, in piedi davanti a me.
"...Non ho finito.." dissi soltanto, immergendomi nuovamente nella lettura di quel documento.
"..Ha detto che è importante.." disse Miriam, timidamente.
Sbuffai "...Mi chiedo se lo faccia apposta a disturbarmi quando sono in Biblioteca..".
Mi alzai controvoglia e raggiunsi mia madre nella sala grande.
"..mi avete fatto chiamare, Madre?" dissi, inchinandomi leggermente, mentre scrutavo l'uomo che le stava accanto.
"...Oh, Clio.. eccoti finalmente.. Si può sapere dov'eri finita?".
"..In biblioteca.. come tutti i giorni a quest'ora.." risposi secca.
Vidi l'uomo accanto a lei trasalire.
E risi, tra me e me, della sua sorpresa.
"...Allora è vero, mia cara.." disse all'improvviso il misterioso individuo.
Mia madre, visibilmente contrariata, lo interruppe immediatamente.
"..Clio, ti presento Guido da Lomatro.. tuo padre l'ha assunto come tuo nuovo tutore.. pare abbia fatto molta strada, solo per conoscerti...".
L'uomo si inchinò, con un sorriso.
Sgranai gli occhi "..Conoscere me? E a quale scopo? Non sapete che fine hanno fatto i miei precedenti tutori?" aggiunsi, in aria di sfida "Di grazia, duqnue, quali studi credete che siano adatti a me? Vi ascolto".
L'uomo sorrise e mi guardò negli occhi "...Non potete pretendere di conoscere il sapere degli antichi, senza conoscerne la lingua..."
"..Ve l'hanno detto che non c'è il convento nel mio destino, vero?" lo interruppi, bruscamente.
"..Naturalmente, e come potrebbe essere altrimenti?" con un largo sorriso "..Dunque, dicevamo, in primo luogo dovrete conoscere il Latino, il Greco.. e quando avrete preso dimestichezza con queste lingue, potrete studiare storici, filosofi, letterati, poeti.. Tutto ciò che desiderate.. Scoprirete strada facendo cosa vi interessa di più.. e quindi ci saranno altre cose da imparare..".
Restai a guardarlo con due occhi sognanti.
"Ma.. dite davvero?" sussurrai sbalordita "..Ma, perchè io?".
"Vedete, Milady… ho insegnato a lungo a giovani rampolli di nobili famiglie, che bramavano la spada più della cultura… Quando ho saputo di una fanciulla che bramava la conoscenza, ho capito che valeva la pena attraversare il mare per trovarla..".
Lo guardai di sottecchi "..Ah, si? Avete viaggiato a lungo solo per incontrarmi? Dovete amare molto quello che fate...".
Ma, nonostante il mio solito tono freddo e distaccato, quell'uomo mi incuriosiva sempre di più.
"...Come.. come avete saputo di me?" continuai, fissandolo negli occhi.
L'uomo nascose a stento un sorrisino divertito "..Sono stato per qualche tempo il tutore di Sir Cartis, il figlio.."
"..il figlio del conte de Satyris.. lo so.. un vero gentiluomo, così intelligente e scaltro.." dissi divertita.
"..Già.. Allora, vogliamo cominciare, Milady? Non temete, saprò conquistarmi la vostra fiducia".
E così era stato.
Una voce, alle mie spalle, mi destò da quel ricordo lontano.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Io ho visto l'occhio...” all'improvviso una voce alle spalle di Clio e di Mamyon “... l'ho visto nella selva tempo fa...” era una bambina “... ci andavo a giocare con Jelena... poi lei è sparita e la mamma non mi lascia più andare a giocare là...”
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Mi voltai ad osservare la bambina che aveva parlato.
Le sorrisi e le feci cenno di avvicinarsi con la mano.
"...La tua mamma ti vuole bene, piccola.. fidati di lei, è pericoloso andare là..".
Il mio sguardo divenne triste mentre osservavo i suoi occhi, e le offrii una fetta di torta.
"..Tieni, è squisita.. ne vuoi un pezzettino?" con un sorriso "...Sai, anche il mio amico più caro è sparito nella selva.. anche se io non conosco questi luoghi così bene.. magari è lo stesso posto dei Jelena.. tu mi sai dire dov'è, piccola? Dove hai visto l'occhio?".