Guisgard era sul terrazzo.
Fissava la vasta foresta tutt'intorno, fino alla piana attraversata dal fiume.
Il cielo velato, pian piano, aveva visto passare il giorno e giungere la sera, mentre i monti circostanti erano andati sempre più a confondersi con l'incerto incidere dell'imbrunire.
Nell'aria si sentiva un rustico odore di bruciato, che saliva lento dall'abitato sottostante, diffondendo nell'aria odori e profumi di quel borgo antico e dormiente.
Ad un tratto il cavaliere udì dei passi e si voltò.
Vide allora Talia e Marijeta.
La principessa indossava un elegante abito color ocra, con ricami d'oro e d'argento.
Il vestito cadeva perfettamente, disegnando magnificamente la snella figura di Talia in ogni sua forma.
E nel vederla arrivare, Guisgard restò per un attimo a fissarla.
Un lungo attimo.
“Dunque...” disse Marijeta “... la cena?”
Quelle parole destarono Guisgard.
“Vi avevo detto di non indossare abiti appariscenti...” avvicinandosi a Talia “... non siamo a corte e non dovete apparire bella a nessuno qui. Ora tornate nella vostra camera e mettete qualcosa di più comune.”
“Badate a come parlate!” Fece Marijeta.
“Sto solo svolgendo il mio compito, signora!” Replicò lui.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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