“La vita degli attori itineranti” disse il misterioso Chevalier de Lys ad Altea “è difficile e ricca di privazioni. Non si possiede una casa, né una terra che si possa definirsi propria. Un luogo vale l'altro e si è sempre in viaggio. Tuttavia, se proprio siete decisa, allora potrete unirvi a noi. Anche se dubito riuscirete a resistere a lungo. Per ora vi accompagneremo fuori da questa città, poi, se vorrete, resterete come aiutante di scena.” Così partirono.
Il carrozzone, che rappresentava l'intero corpo della Compagnia del Giglio, si mise in cammino.
Abbandonò Sant'Agata di Gothia e prese la grande via Fravuligena, la maestosa strada che tagliava in due il regno, mettendo in comunicazione la capitale e i ducati con tutti i più importanti luoghi religiosi del reame.
La compagnia itinerante percorse diversa miglia, fino a quando, verso Mezzogiorno, apparve la sagoma di un maniero all'orizzonte.
Dominava il fondovalle e alle pendici della bassa montagna su cui si ergeva, una città era raccolta e addormentata.
Il carrozzone allora raggiunse il borgo e vi entrò.
“Chiediamo in giro” fece Pantalone “così da sapere il nome di questo luogo e sostare o meno per uno spettacolo.”
Fermarono allora un passante.
“Salute a voi, buonuomo.” Disse Pantalone. “Siamo una compagnia di attori itineranti. Che luogo è questo?”
“Questa è Avignanium...” rispose il passante “... ma per sostarvi vi occorre il permesso di Sir Brunos, signore di queste terre.”
E subito i loro occhi finirono sul poderoso castello che dominava il centro urbano.