“Questo castello ” disse Guisgard aiutando Talia a scendere dalla carrozza “è una costruzione molto antica... il palazzo sorge attorno alla Cappella Palatina e tutta la fortezza domina il fiume sottostante da questo colle...” sorrise “... ignoravate questo luogo perchè voi siete di Sygma... e pochi qui conoscono questo castello...” fissò il castello e poi accennò una risata “... quanto alle sorprese, altezza, non sono finite... per la vostra sicurezza saremo qui in incognito, come da voi ben detto... dunque non indosserete abiti troppo sfarzosi, né gioielli particolarmente appariscenti... per la maggior parte delle persone che incontreremo, voi sarete una ragazza qualsiasi, magari come una delle tante che si vedono nei borghi qui intorno... perciò sarà opportuno che smarriate quella vostra aria di superiorità, con tanto di puzza sotto il naso e magari concedendovi qualche sorriso in più... ah, scioglietevi pure i capelli... vi danno un'aria più semplice, acqua e sapone... e poi vi preferisco così...” le fece l'occhiolino “... la vostra servitrice” fissando poi Marijeta “sarà la vostra nutrice.”
“La vostra insolenza non conosce vergogna!” Sbottò Marijeta.
“Preferivate essere sua madre?” Sorrise il cavaliere. “Spero non sua sorella. Non vi somigliate molto.”
“Villano!”
Guisgard rise.
“E voi?” Chiese la servitrice. “Voi chi sarete, di grazia?”
“Beh...” fece Guisgard “... potrei essere molte cose... ma credo che come fratello andrò bene... così potrò tenerla d'occhio con più facilità. Del resto i fratelli hanno licenza di prendere a pedate eventuali seccatori, no?”
Rise di nuovo e poi accese le lampade della carrozza.
“Risalite nella carrozza, altezza...” fissando Talia “... entreremo al castello...”
La carrozza, così, percorse il ponte su arcate che dalla sponda del fiume portava fin sul colle, fino a raggiungere l'ingresso del maniero.
Qui Guisgard scese dalla carrozza e bussò con forza.
Dopo un po' qualcuno aprì uno spioncino.
“Chi è che bussa?”
“Siamo viaggiatori...” rispose Guisgard “... ma è notte e queste strade sono sconosciute per noi...”
“C'è una locanda nel borgo.”
“Veramente” mormorò Guisgard “pensavo che il buon frate potesse aiutarci...”
“Lo conoscete?”
“Si...” annuì il cavaliere “... e sappiamo che non nega aiuto ai bisognosi...”
“Che problema avete?”
“Siamo fuggiti da Sant'Agata di Gothia...” fece Guisgard “... perchè volevamo trascorrere il Venerdì Santo in mezzo ai Cristiani...”
Lo spioncino si chiuse e un attimo dopo la porta grande si aprì.
E un uomo fece loro segno di entrare.
Furono poi condotti in un grande salone che faceva da refettorio.
“Attendete qui...” disse l'uomo ai tre.
E andò via.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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