Ringraziai la servitrice e mi sedetti su una poltrona a leggere il biglietto.
Corrucciai la fronte. Un amico? Chi poteva essere? Eppure, non avevo un punto di partenza e forse quel messaggio poteva fornirmene uno.
Guardai fuori dalla finestra, avevo ancora un po' di tempo prima dell'alba.
Sentivo la stanchezza impossessarsi di me.
"...vieni sola..." Sussurrai, ironica "... E con chi dovrei venire? Sono sola ormai... Ma non per questo mi fermerò....".
Preparai i bagagli in fretta e mi coricai per qualche ora. Sapevo che mi sarei svegliata dopo poco, erano anni che non dormivo una notte intera.
E infatti, dopo poche ore, mi svegliai di soprassalto, madida di sudore, con le mani strette al collo dove , poco prima, erano strette pesanti catene.
Chiusi gli occhi, cercando di dimenticare la testa di Leonard che rotolava ai miei piedi. Questa notte, avevo sognato la scure.
Cercai di calmarmi, sarebbe stato troppo facile pensare a Mamyon, al suo sguardo, al suo bacio, ma sapevo che mi sarei fatta del male da sola.
Infondo, avevo fatto quegli incubi molte notti prima di incontrarlo.
Così, pensai a Lucius, alla sua risata, ai nostri pomeriggi passati insieme mentre i miei genitori mi credevano chiusa nella mia stanza. Quella dolce serenità mi calmò.
Mi alzai, mi preparai con calma, dato che la notte era ancora buia e calma, e dopo poco fui pronta.
Avevo indossato un abito semplice e comodo, preferendo passare inosservata, per quanto possibile.
Mi buttai sulle spalle il mantello e raccolsi la mia sacca da viaggio.
Rivolsi un ultimo sguardo a quella stanza, non potevo portare con me tutti i bagagli, ma ciò che lasciavo erano cianfrusaglie senza importanza, facilmente comprabili, i miei tesori li portavo con me.
Uscii, silenziosamente, dal palazzo e mi diressi verso il luogo dell'appuntamento.
Contrariamente a quanto pensassi, non fu difficile trovarlo.
Una volta arrivata, abbassai il cappuccio del mantello e mi guardai intorno, facendo mille congetture sull'identità di quel misterioso "amico".
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