Guisgard tornò negli alloggi del Ludus Magnus e tentò di riposare.
Ma il suo sonno fu irrequieto.
Sognò molte cose, confuse, mutevoli, sfuggenti.
Sognò suo zio, la loro lite, la partenza.
Poi quel pegno che pendeva su di lui.
Sognò il suo fedele cane e poi lo spettro.
Poi ancora il vecchio frate e i suoi insegnamenti.
E sognò la principessa.
Bellissima e vestita di bianco.
Poi il sogno si fece confuso ed apparve un'ombra.
Era il sicario inviato per uccidere Talia.
Aveva di nuovo la mano ed impugnava ancora il suo pugnale.
Il cavaliere allora si svegliò di colpo.
“Era...” disse ansimando “... era solo un sogno...” fissò fuori da una finestra.
Il tempo era grigio e pioveva.
“Un sogno...” scuotendo il capo lui.
Nel frattempo, negli appartamenti reali, Talia era con Marijeta.
“Non preoccupatevi, altezza...” fece la servitrice “... l'importante che tutto sia andato bene... e se anche qui non vogliono, io andrò a ringraziare la Vergine Assunta e Santa Caterina per aver vegliato su di voi...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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