I miei occhi rimasero su Guisgard, mentre parlava.
Eravamo tornati nella Sala delle Udienze, ed io mi accorsi di sentirmi oltremodo a disagio lì... mi accorsi di essere nervosa, agitata e nuovamente spaventata, anche se in modo del tutto irrazionale...
Sir Guisgard spiegò brevemente ciò che era accaduto, mostrò la mano ed il coltello, mostrò la finestra da cui il sicario si era lanciato... io rimasi in silenzio, senza avere il coraggio di alzare gli occhi su quella finestra né sull’arma.
Mi ero allontanata un po’ da loro ed ero andata a sedermi sulla mia ampia poltrona, sforzandomi di non tremare... di non guardare verso le colonne da cui avevo visto scivolare fuori quella sagoma...
La porta si aprì di nuovo e, di nuovo, sussultai violentemente.
Assistetti a quell’ulteriore scambio di battute, senza una parola...
silenziosa...
rigida...
tremante...
Infine sospirai appena...
“Questa volta ci sono andati vicini...” sussurrai, ma pianissimo e con la voce che tremava mio malgrado “Molto, molto vicini... troppo! Io... io avevo appena congedato sir Giusgard, ed è stata pura fortuna se egli ancora non si era allontanato e mi ha sentita gridare...”
I miei occhi si mossero impercettibilmente tra i presenti, scorrendoli ad uno ad uno... e, quando raggiunsero Guisgard, vi rimasero a lungo.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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