Guisgard prese la mano di Talia e la strinse.
La strinse forte nella sua, come a voler rassicurare la sua principessa.
Ma la stringeva anche perchè quella ragazza, fino ad allora fredda e sprezzante, ora appariva impaurita ed indifesa.
In una parola: donna.
Nei suoi occhi, da sempre indifferenti e lontani, ora pulsava qualcosa di diverso.
E sebbene sconosciuto, riusciva quasi a dissolvere quel velo impenetrabile che aveva avvolto la sovrana fino a quel momento.
E in quegli occhi, per un istante, Guisgard rivide la ragazza vestita di bianco che entrò nella sua stanza quella notte.
Talia aveva cercato, inutilmente di alzarsi.
Era visibilmente scossa.
Lui allora la prese in braccio e la portò su un divanetto poco distante, adagiandola poi tra i cuscini piumati.
E mentre le sue mani scivolavano via dal vestito della ragazza, i loro occhi si incrociarono, annullandosi gli uni negli altri e le loro labbra quasi arrivarono a sfiorarsi.
“E' passato, altezza...” disse lui “... è passato... ora siete al sicuro... nessuno può più farvi del male... nessuno...”