Quella misteriosa figura, con il volto avvolto da una cupa penombra, fissava Clio in modo inquietante.
Solo gli occhi emergevano dall'incerto ed indefinito chiaroscuro.
Ed erano occhi arsi da una strana luce.
Una luce fatta d'odio.
Era infatti odio, primordiale ed assoluto, quello che animava quello sguardo.
“Quei ragazzi” disse “sono in realtà svegli... solo che tu non puoi vederli, né sentirli... perchè sei tu, Clio, ad essere addormentata... la tua vita è un profondo sonno... un sonno dai tratti simili a quelli di un incubo... l'incubo dell'apatia, dell'oblio... e ciò che credi di sognare altro non sono che ricordi... io so tutto di te... conosco i tuoi desideri... conosco il cavaliere che sogni... e conosco la sua amata che vede in te... vuoi dunque svegliarti da questo sonno? Vuoi rivedere il tuo amico Lucius? Allora baratterai tutto questo con il Fiore... portami il Fiore ed io ti desterò da ogni torpore... ho bisogno del tuo aiuto, Clio... ho bisogno dei tuoi occhi che risplendono come zaffiri... portami il Fiore ed io ti darò tutto ciò che desideri... lo capisci, Clio? Ti sto offrendo la felicità assoluta...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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