Lo fissai voltarsi ed allontanarsi in fretta, tornando verso la finestra...
parlava, ed io non lo interruppi.
Ero pervasa da strane sensazioni che, tuttavia, non sapevo definire bene...
ero certa che quel cavaliere nascondesse qualcosa, qualcosa di più di ciò che mostrava, qualcosa di diverso...
e, per qualche strana ragione, questo mi attraeva...
Lentamente mi alzai e lo raggiunsi di fronte alla finestra.
Eravamo vicini, ora... vicini come mai lo eravamo stati prima ed io lo stavo fissando dritto negli occhi, come mai avevo osato fare. Aveva gli occhi più chiari che avessi mai visto, pensai.
Lui era più alto di me, eppure il mio sguardo riusciva a raggiungere il suo...
e vi rimase a lungo...
silenzioso...
“Non amate essere in debito con nessuno...” sussurrai poi, senza distogliere affatto gli occhi dai suoi e così piano che la mia voce fece appena in tempo a raggiungerlo, per poi dissolversi “Non amate dipendere da nessuno... forse perché non volete che qualcuno dipenda da voi... ma non vi biasimo... no, non vi biasimo affatto: è più facile vivere solo per sé stessi, ed è meno doloroso...”
Il mio sguardo si abbassò appena, allora... come a voler celare quella parte fragile della mia anima che sentivo improvvisamente sfuggire al controllo...
ma non ci riuscii completamente...
“E, chissà...” mormorai ancora, tornando a guardarlo “Forse vi si presenterà ugualmente quella opportunità che avete descritto... forse un giorno, se l’Arciduca di Capomazda riuscirà ad arrivare qui, com’egli spera e desidera così ardentemente, potrebbe offrirvi ricchezze e potere inimmaginabili... in cambio soltanto di me. Sono certa che offrirà quella ricompensa a qualsiasi uomo sia in grado di consegnarmi nelle sue mani...”
lo fissavo, ed i miei occhi nei suoi non erano più freddi adesso... erano soltanto attenti, penetranti e vagamente inquieti...
“E mi chiedo cosa sceglierete di fare quel giorno...”
La mia voce sfumò, leggera, e nella stanza calò il silenzio...
i miei occhi erano in quelli intensi del cavaliere di fronte a me...
Poi all’improvviso un rumore lontano, proveniente da chissà quale angolo sperduto del castello, mi riscosse...
sussultai appena...
ed, istintivamente, mi ritrassi di alcuni passi, come mi fossi accorta solo in quel momento di quanto eravamo sconvenientemente vicini...
abbassai lo sguardo, poi mi costrinsi a rialzarlo...
“Certo, potete andare!” dissi allora, portando gli occhi lontani da lui, oltre quella finestra aperta su Sant’Agata “Vi ringrazio per il vostro tempo, sir Guisgard!”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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