La stanza delle udienze della regina era inondata da fasci di luce dai riflessi policromi, con screziature che sembravano tingere l'aria, resa luccicante dai pannelli di velluto che ricoprivano le pareti.
Guisgard era immobile a fissare dai vetri di una delle finestre con le tendine tirate in su.
Da lì si potevano guardare le mura Settentrionali del palazzo ed avere una buona vista sulle guglie, le torri e le cupole della città.
I suoi occhi erano inquieti, come attraversati da vaghe sensazioni.
“C'è qualcosa in questo palazzo...” disse a voce bassa “... qualcosa che mi rende inquieto...”
“Certo, dovresti saperlo...” mormorò una voce.
“Non mi riferisco solo a quel cane...” fece Guisgard.
“Dovrei offendermi?”
“Il tuo sarcasmo è fuoriluogo...” replicò Guisgard senza smettere di fissare la città dalla finestra “... dico sul serio... sento che questo palazzo nasconde qualcosa... qualcosa che forse ignoriamo...”
“Beh, questo palazzo è il quartier generale del nostro nemico, mi sembra naturale che ti ispiri sensazioni non proprio piacevoli...”
“No, è qualcosa di diverso...” scuotendo il capo Guisgard “... sento che...”
Ma proprio in quel momento la porta si aprì ed apparve Talia.
Il cavaliere si voltò e restò a fissarla per qualche istante.
“I miei omaggi, mia signora...” mostrando poi un lieve inchino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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