Quell'uomo ascoltò Elisabeth senza interromperla.
E quando la donna terminò di parlare, il cagnolino abbaiò più volte.
“Sawas è molte cose, milady...” disse quel misterioso uomo “... può essere la voce presa in prestito da questo cagnolino, o forse il profumo che si sente in questa stanza. Magari Sawas è solo un sogno, il bagliore di una candela, la pagina porosa di un libro di incantesimi o forse solo il nome che diamo a ciò che ci rassicura...” sorrise in modo impercettibile e fece qualche passo verso di lei e verso Elina.
E uscendo definitivamente dalla penombra mostrò chiaramente i suoi tratti ed i suoi colori.
I suoi occhi non apparivano più verdi, ma neri.
Neri come il fumo di comignolo.
Ad un tratto la porta si aprì ed entrò un altro individuo.
“Ah, le strade sono ancora bagnate.” Fece il nuovo arrivato. “Speriamo domani non piova.”
“E invece pioverà.” Sentenziò l'uomo che aveva parlato poco fa ad Elisabeth.
“Allora prenderò il mio mantello nuovo.” Replicò il nuovo arrivato. “Ah, non mi ero accorto di voi...” guardando Elisabeth ed Elina “... salute a voi, gentili signore. Cose occorre alle nostre amiche?” Chiese poi all'altro uomo.
“Chiedono l'aiuto del grande Sawas.”
“Ottimo!” Esclamò il nuovo arrivato. “E otterranno quanto chiedono?”
“Può darsi.” Mormorò l'altro, per poi tornare a fissare le due donne. “Cosa volete chiedere al grande Sawas?” Domandò loro.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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