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Vecchio 05-03-2013, 02.27.37   #321
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Talia prese così un candelabro e lasciò le sue stanze.
Attraversava i lunghi e bui corridoi che delimitavano quell'ala del palazzo, vagando come un'ombra, eterea e silenziosa.
Il lungo e leggero abito scivolava sulla sua pelle quasi come una carezza, avvolgendo il suo corpo appena sfiorato da lievi correnti che soffiavano in quei passaggi.
I suoi piedi nudi avvertivano in pieno i gelidi e lisci marmi di quei corridoi, liberando sulla ragazza un vago senso di freddo.
Dalle finestre che scandivano quei lunghi ambienti si poteva solo intravedere la sagoma esterna del castello, a causa della fitta nebbia che ricopriva ogni cosa.
Ad un tratto, nell'angosciante silenzio circostante, Talia sentì qualcosa.
Come un vocio lontano e confuso.
Ma appena percepibile.
Proveniva dall'altra parte del corridoio ed insieme a quel brusio indefinito, di tanto in tanto, la ragazza avvertiva anche una leggera melodia.
Poi, all'improvviso, dalla parte opposta del corridoio, udì qualche altra cosa.
Erano delle voci stavolta chiare, una delle quali a lei molto familiare.
Era quella dell'Arconte Meccanico ed entrambe le voci provenivano da una porta non distante da lei.
“Questa dunque è la sua spada...” disse l'Arconte “... l'avete controllata?”
“Si, milord...” rispose uno che era con lui, probabilmente un soldato “... ma non sembra avere nulla di particolare... credo sia una spada normale...”
“Idiota!” Lo zittì l'arconte. “Quel cavaliere è l'allievo dell'unico uomo capace di mettere in pericolo il nostro potere qui a Sant'Agata di Gothia! E per questo voglio sapere tutto di lui! Cominciando dalle sue armi!” Prese l'arma e la fissò. “E' una spada robusta... ben fatta... ma perchè presenta questa riflessi vermigli se messa contro luce?”
“Forse è un tipo di lavorazione particolare...” fece il soldato.
“Tu cosa ne pensi?” Chiese l'Arconte ad un altro uomo che era in quella stanza e che fino ad allora era rimasto in silenzio.
“Così... ad una prima occhiata...” fissando la spada il terzo uomo “... direi che è molto particolare... non credo sia comune da queste parti...”
“Credi sia di fattura capomazdese, Cabus?” Domandò l'Arconte a quell'uomo.
“Non saprei...” rispose questi “... di sicuro non è diffusa in queste regioni... e anche la lavorazione è ignota all'abilità dei fabbri di queste terre... volete che indaghi?”
“Per ora mi interessa solo quel dannato cavaliere.” Mormorò l'Arconte.
“Posso ucciderlo stanotte stessa se volete...” disse Cabus “... è ferito e non sarà dunque un lavoretto difficile...”
“No.” Scuotendo il capo l'Arconte. “La principessa ha voluto far sorvegliare la stanza dove è stato curato. E non voglio noie qui nel palazzo.”
“Posso ucciderlo senza farmi scoprire...” fissandolo Cabus “... e simulare una morte naturale, magari per complicazioni in seguito alla ferita...”
“No, per ora no.” Disse l'Arconte. “Ora voglio solo che tu scopra tutto su quel cavaliere. Poi decideremo il da farsi.”
“Si, milord...”
E nel corridoio, Talia aveva udito tutto ciò che l'Arconte aveva detto prima al soldato e poi all'inquietante Cabus.
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