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Vecchio 04-03-2013, 20.29.43   #309
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Marijeta annuì a quelle parole di Talia e poi uscì.
La principessa restò così da sola nella sua stanza.
Era sera ed erano stati accesi candelabri vari in tutti i suoi appartamenti.
E mentre era ancora in balia di quei suoi pensieri, gli occhi di Talia caddero di nuovo sulle luci e le ombre delle stanza, sui giochi di chiaroscuro che sembravano animarsi alle sue inquietudini.
E fu in quel momento che si accorse ancora di quella stranezza.
Le luci che contornavano il suo corpo non proiettavano alcuna ombra.
E in un attimo le tornò alla mente la donna che accusava l'altra di stregoneria.

Le catacombe.
Quel luogo appariva come diviso in decine di catacombe, simili ad uno sterminato labirinto.
La luce sembrava fuggire da quell'ambiente e l'oscurità era rotta solo da pochi e antichi lucernari, che proiettavano inquiete immagini sui cubicoli simili a nicchie dimenticate dal tempo.
Il cavaliere avanzava in quell'Ade di tenebre e silenzio.
Ad un tratto apparve una spada adagiata in un antro.
Come se fosse una tomba.
“E' lei.” Disse frate Nicola.
“Come fate a saperlo?” Chiese Guisgard.
“Lo so.”
“L'avete vista in un esorcismo?”
Il frate non rispose.
“Ora cosa devo fare?”
“Puoi fare poco...”
“Ho abbandonato la mia terra per colpa di quella maledizione” gridò Guisgard “e non voglio essere ora schiavo di un altro incanto!”
“Non gridare o sveglierai i morti.”
“Mi aiuterete, padre?”
“Se tu aiuterai me.”
“Cosa devo fare?”
“Aiutami ad eliminare gli uomini senza ombra...”
In quel momento si udì un latrato.
Guisgard guardò verso la spada ed essa non c'era più.
Al suo posto vi era un grosso cane, simile ad un lupo.
Fissava immobile il cavaliere.
Poi, ad un tratto, balzò contro di lui...


“No!” Gridò Guisgard.
Ansimava ed era sudato.
“E' stato solo un incubo, cavaliere...” fissandolo Marijeta.
“Chi siete?”
“Solo una donna...” rispose quella.
“Dove sono?”
“Nel palazzo reale.” Fece la servitrice. “Al sicuro.”
Lui allora si guardò intorno.
Vi erano due guardie sulla porta.
“La mia spada...” mormorò Guisgard “... dov'è la mia spada?”
“Pensate solo a riposare.”
“Ho bisogno della mia spada...”
“Vi sarà resa quando starete meglio.” Tranquillizzandolo lei. “Ora riposate... io tornerò più tardi.”
Diede allora ordine ai soldati di non far entrare nessuno e poi uscì.
Ma non prima di aver fatto chiamare i medici.
Tornò così dalla sua padrona.
“Altezza...” inchinandosi a Talia “... il cavaliere ha ripreso conoscenza... ora si stanno occupando di lui i medici di corte...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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