L'Arconte fissò Altea, come se volesse studiarla.
“Per il momento la vostra amica non è importante.” Disse.
Infatti Vivian non era più in quella stanza.
“Ora conta solo il motivo che vi ha spinto a venire qui.” Il suo sguardo era celato dalla maschera, eppure Altea lo sentiva tutto su di lei. “Sapete da cosa deriva la parola greca che all'inizio indicava gli aristocratici? Migliori. I migliori, così erano chiamati dal popolo. Coloro, cioè, che avevano avuto di più dagli dei... bellezza, forza, ricchezza, potere... ma tutte queste cose andavano messe al servizio degli altri. Questo è il vero concetto di aristocrazia. Concetto che pare sia stato smarrito dai nobili di Capomazda. Ma io non sono come loro. Non ingrasso le mie casse a dispetto del popolo, latrando come un cane attorno alla mensa degli ecclesiastici. No, io divido col popolo le mie fortune. Ed è ciò che farò anche voi, milady. Io non vi vendo illusioni. Non vi prometto la fine di ogni dolore e la felicità assoluta. Sarei un bugiardo. Ma vi offrirò ciò che è stato donato a me. Il Tempo. E lo dividerò con voi, milady. Lo stesso tempo che è stato negato a chi voi amavate tanto.” Restando poi in silenzio davanti a lei.