Elisabeth ed Elina ritornarono così nella loro stanza.
“Si, credo che sia lui il signore di questa città...” disse Elina “... tutti si prostravano davanti a lui... possedere il potere non è sempre un male... il problema è capire come lo si è conquistato questo potere...” restò a fissare la carrozza nel cortile “... ma piuttosto...” continuò “... chi sarà davvero questo Arconte Meccanico? Perchè conosceva il tuo nome? E cosa vuole da te?”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla loro porta.
“Mie signore...” entrando una servitrice “... seguitemi, prego... sua signoria chiede di voi.”
E condusse così le due donne attraverso un lungo corridoio, fino a raggiungere una grande sala.
Questa era arredata con imponenti mobili di noce, candelabri d'ottone, dipinti raffiguranti battaglie e manufatti di curiosa produzione adagiati qua e là.
Ma soprattutto erano i libri che sembravano dominare in quel luogo.
“Sua signoria giungerà tra breve.” Fece la servitrice.
Ed uscì.
Un attimo dopo nella stanza entrò una giovane donna.
Aveva i suoi lunghi capelli neri raccolti in una treccia stretta con fermagli d'agata.
In mano recava un grosso libro.
Lo aprì ed Elisabeth ed Elina si accorsero che esso aveva tutte le pagine bianche.
“Salute a voi.” Sorridendo quella giovane donna.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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