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Vecchio 22-02-2013, 17.39.55   #166
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Capitolo III: La Vergine Gigliata

“La pelle era rosea, d'una morbidezza impareggiabile; gli occhi grandi, neri e scintillanti come diamanti; un naso diritto che nulla aveva d'indiano, labbra sottili, coralline, schiuse a un melanconico sorriso che lasciava scorgere due file di denti d'abbagliante bianchezza; una opulenta capigliatura d'un castano cupo, fuligginoso, separata sulla fronte da un mazzetto di grosse perle, era raccolta in nodi e intrecciata con fiori di sciambaga dal soave profumo.”

(Emilio Salgari, I misteri della Jungla Nera)



Ad un tratto qualcuno bussò e destò Talia da quei pensieri inquieti.
“Altezza...” disse una servitrice “... il Maestro George chiede di potervi parlare...” e mostrò alla ragazza un pendaglio.
Era d'oro e nel mezzo vi era incastonata una pietra coloro ghiaccio.
“E' un dono per voi, da parte sua...” e la serva uscì.
Ma nel fissare quel pendaglio, Talia cominciò ad avvertire dei capogiri.
Il pendaglio oscillava, lasciando misteriosi riflessi da quella pietra color ghiaccio.
“E' un portafortuna...” fece una voce “... segui sempre la sua oscillazione... ti guiderà nel giusto...”
Nel frattempo alcune ancelle la stavano spogliando, per poi farle indossare una clamide sottile.
Infine adagiarono un leggero cappuccio sul suo capo.
“Sei la Vergine Gigliata...” disse quella voce che non smetteva di far oscillare il pendaglio “... ed i tuoi fratelli ti stanno attendendo da secoli... grazie a te potranno tornare dall'oblio in cui erano stati imprigionati... grazie a te schiacceremo i nostri nemici...”
Allora Talia fu condotta attraverso un breve corridoio su un piccolo pulpito.
Davanti ai suoi occhi apparve una vasta basilica, fatta di marmi preziosi, colonne di porfido rosso, pareti incrostate d'oro e d'argento.
E poi avori pregiati, mosaici aurei con enigmatiche raffigurazioni e statue dalle fattezze indefinite.
La vasta navata era piena di figure incappucciate che cantavano e in fondo, nell'abside, era raffigurato un gigantesco occhio.
“Questi sono i tuoi devoti, Vergine Gigliata...” avvicinandosi a lei quella misteriosa voce “... e ti sono fedeli fino alla morte...” le mise al collo quel pendaglio “... e ora che sei qui, tutto può avere inizio... suonate il Brasinga.” Ordinò ai suoi.
Suonò allora un corno e tutto cominciò.
E oscuri rituali presero forma, accompagnati da canti in una lingua sconosciuta agli uomini di questo secolo.
Talia partecipò a tutti quei riti con vaghe e sconosciute sensazioni nel cuore.
Alla fine, quando tutto terminò, si ritrovò in una vasta cripta.
Era ancora abbigliata con quella clamide.
“Salute a te, o Vergine Gigliata.” Entrando qualcuno nella cripta.
Era il Maestro George che la fissava.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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