Il paggio sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Questo castello” disse “è la vostra dimora per ora e qui siete come padrone. Sua signoria ha messo l'intero maniero e noi tutti al vostro servizio, milady.” Mostrò un lieve inchino. “Molto presto, forse domani, sarete ricevute dal nostro signore. Ora vi auguro una serena serata.” E si allontanò.
“Questo luogo mi piace sempre meno.” Fece Elina. “Troppi misteri, troppe ombre... non so... e poi quella donna... non era una statua e lo sai anche tu... ora cosa hai mente? Se un po' ti conosco e ti conosco, lo sai... tu non tornerai nella stanza se non troverai prima quella donna, vero?”
Ma appena Elina smise di parlare, nell'aria si diffuse uno strano suono.
“Cos'è?” Stupida la donna. “Sembra una specie di corno... ma da dove arrivava?”
Di nuovo si udì quel suono.
Era lento, prolungato, con tonalità incostanti.
“E' il Brasinga.” Ad un tratto una voce. “Quel suono è il Brasinga. Si produce con uno speciale corno cerimoniale. Probabilmente nessuno in questo secolo ne ha mai visto uno.” Era una vecchia servitrice.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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