Milady, sono io a chiedervi perdono, perchè non sono stato bravo ad esprimere ciò che intendevo.
Le mie parole non erano un rimprovero alle vostre, ci mancherebbe.
Nessuno, credo di poter dire, è in grado di richiamare gli altri “in materia” d'Amore.
L'Amore infatti non è una scienza esatta, poiché non è di questo mondo.
Non si può racchiudere in poche regole, come la Geometria o l'Aritmetica.
E non si basa su corsi e ricorsi, come la Storia.
Non da testimonianze e precedenti, come fanno invece l'Archeologia o il Diritto, perchè ogni storia d'amore è unica.
E non possiede neanche gli artifici retorici e intellettivi che i filosofi adoperano per tentare di studiare l'uomo e la vita.
L'Amore è un dono, un pegno, un privilegio.
Le mie parole prendevano spunto dalle vostre, ma non erano in alcun modo un richiamo diretto a voi.
Forse parlavo a me stesso, o alla bellissima Luna che stanotte illumina il cielo.
Forse stavo solo ringraziando quel Destino che aveva disposto quell'incontro per Lancillotto e Ginevra.
Ma vi dirò, milady, che Lancillotto non divise mai con alcuno la sua Ginevra.
Ella fu solo sua, come lui fu solo suo.
Ginevra era cresciuta con i racconti che giungevano a corte di un grande re, prediletto dal Cielo e ammirato dagli uomini.
Un re atteso da sempre da un intero popolo.
E forse si innamorò di quei racconti.
Ginevra provava un affetto smisurato per Artù e davvero credette di amarlo.
Ma come spesso accade, solo quando si conosce l'Amore, quello vero, allora ci si innamora davvero.
E a Ginevra ciò accadde quando vide Lancillotto.
E da quel momento e per sempre, ella amò lui solo.
E ora, ne sono certo, sono insieme.
Perchè questo messer Amore aveva promesso a Lancillotto quando egli rinunciò a tutto per la sua Ginevra