Clio chiamò Giuff, ma nessuno rispose alla sua voce.
La stanza era semibuia, illuminata a stento solo dalla luce che proveniva dal corridoio.
E non vi era nessuno al suo interno.
La ragazza entrando aveva urtato qualcosa, per poi prenderlo in mano.
Era un vecchio uncino arrugginito ed apparentemente senza valore.
Ma osservandolo meglio la ragazza si accorse che era sporco.
Sporco di sangue.
Ed era sangue ancora fresco.
“Clio...” disse una voce proveniente dal corridoio.
Ma stavolta non era stata la voce di Giuff a chiamarla.
Era la voce di John.
“Clio...” udì ancora “... Clio...”
Ma era una voce ancora diversa.
Stavolta sconosciuta alla ragazza.
Una voce bassa e rauca.
Una voce con un accento che lei non conosceva.
Più simile ad un mormorio quasi soffocato.
Ad un tratto qualcosa fece sussultare Clio.
Dei rumori.
Rumori provenienti dal ponte della nave.