Clio decise così di scendere sottocoperta.
Attraversò la porta che da dava sulle scale, sotto il castello di poppa e si ritrovò nel lungo corridoio che si apriva sugli alloggi dell'equipaggio.
C'era un silenzio surreale a bordo.
Innaturale.
Il mare era calmo e i sussulti delle onde si avvertivano appena.
Il corridoio era illuminato da poche candele e quel gioco di chiaroscuro rendeva l'ambiente ancora più inquietante.
Come se ombre e figure, frutto della suggestione di Clio dovuta a quell'atmosfera, si spostassero furtive intorno a lei.
Di tanto in tanto si sentiva qualche scricchiolio e la porta di uno sgabuzzino, in fondo al corridoio, rimasta socchiusa, cigolava in maniera sinistra.
Poi, ad un tratto, un rumore sordo, proveniente dall'ultima stanza, fece trasalire Clio.
Era un rumore metallico, simile ad un clangore lontano.
Ma durò poco più di un attimo.
“Clio...” disse all'improvviso una voce.
Sembrava provenire proprio da quell'ultima stanza e sembrava la voce di Giuff.
Poi più nulla.
Solo un cupo silenzio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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