La Santa Rita procedeva rapida, con il vento in poppa e le vele spiegate.
Il mare appariva calmo e rassicurante e gli unici rumori che si avvertivano erano quelli causati dalle onde che si infrangevano sullo scafo.
La piccola lampada di ottone penzolava dal soffitto, causando curiosi giochi di chiaroscuro nella cabina.
A quella incerta ed instabile luce tutto appariva come mutevole e sfuggente.
I preziosi tappeti e le scintillanti suppellettili sparse qua e là, sotto quella luce incostante sembravano quasi animarsi e assumere forme nuove e indefinite.
Guisgard prese le mani di Talia e se le portò sulle spalle, per poi, con le sue, scendere lungo la schiena di lei fino a cingerle i fianchi e a racchiuderla così in un passionale abbraccio.
Le loro labbra erano unite, sfiorandosi ripetutamente con baci fatti di sussurri e di sospiri.
Lui cercava allora, oltre le morbide labbra di lei, il suo mento, poi le gote arrossate, fino a raggiungere ciocche di capelli che si intrecciavano dietro le piccole e perfette orecchie.
Poi le sfiorava il collo, le spalle, sempre e solo con le labbra, fino a scendere sul suo bianco petto.
Con le mani la teneva stretta a sé, stringendo fra le dita l'abito leggero, come a volerlo strappare via per la troppa passione.
“Ah, è così...” disse in un sussurro Guisgard, senza smettere mai di baciarla ovunque “... sei arrabbiata con me? Ma sai, sono un pirata... e i pirati sono pessimi soggetti... cattivi ragazzi... e una dama dabbene come te non dovrebbe frequentare un corsaro come me...” finirono così per lasciarsi cadere sul morbido e profumato letto “... e dimmi, mia bella dama...” cominciandole a portare via, delicatamente, tra carezze fatte di contatti solo appena accennati, quel suo abito “... tu cosa hai visto nel mio cuore? Cosa ci leggi?” Ed ogni parola era accompagnata da baci. “Cosa vedi infondo al mio cuore di pirata?”
Ma non le lasciò il tempo di rispondere.
In un attimo lei si ritrovò nuda fra le sue braccia, sfiorata dalle sue carezze ed avvolta dalle soffici e preziose lenzuola di seta.
Fecero così l'amore per tutta la notte.
Al mattino, un dorato raggio di Sole, penetrando dalla finestrina accanto al letto, giunse a destare Guisgard.
Talia era addormentata sul suo petto e le loro mani erano ancora intrecciate l'una nell'altra.
E seguendo con lo sguardo quel raggio di Sole, Guisgard si accorse che terminava sulla schiena di Talia semicoperta dalle lenzuola.
E sulla sua pelle era tornato a fissarsi quel disegno raffigurante la mappa del tesoro.
Il corsaro allora spostò lentamente le lenzuola e liberò la schiena di lei.
La luce allora mostrò l'intero disegno sulla sua pelle.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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