Guisgard cinse le braccia attorno a Talia, come a volerla proteggere.
Si era accorto dell'incertezza nella sua voce.
Con una mano allora prese il vestito dalle mani di lei, lasciando solo il suo braccio e i lunghi capelli della ragazza, chiari e appena ondulati, a coprirla.
La teneva stretta a lui, contro il suo petto e solo la fresca e delicata seta della sua camicia divideva la loro pelle.
“Eppure il tuo vestito” disse lui fissando l'interno dell'abito “non mostra segni, né appare sbiadito... ma sono certo che c'era qualcosa sulla tua pelle... un momento...” adagiò di nuovo l'abito fra le mani di Talia, permettendole così di coprirsi ancora e corse ad afferrare una lampada, per poi avvicinarla alla schiena di lei.
Passarono così alcuni istanti, senza che nulla mutasse.
Poi, all'improvviso, dei strani segni, sbiaditi e confusi, cominciarono a formarsi sulla pelle di Talia.
“Di nuovo!” Esclamò lui. “Di nuovo questo tatuaggio!” Prese allora un ricco specchio d'oro e d'avorio, predato su una nave diretta verso il Madagascar. “Guarda, Talia...” mostrandole lo specchio con la sua schiena riflessa “... vedi questo strano tatuaggio che hai?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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