Scendemmo le scale con circospezione... e subito mi colpì il silenzio che regnava sottocoperta, a differenza delle voci confuse con il vento che avrei giurato di aver sentito sul ponte.
Una delle mie mani era stretta in quella di Guisgard e da essa traeva coraggio e conforto, mentre l’altra fiorava la parete di legno consumata, indagandola... le sue parole mi vorticavano in mente: si erano divisi e poi ne aveva perso le tracce... e tutto ciò che aveva trovato erano cabine deserte e desolazione... eppure, notai, le lampade erano accese alle pareti...
E ad un tratto le parole del vecchio Fulsin tornarono a bussare alla mia memoria...
Lanzaras...
la maledizione...
mi voltai e fissai Guisgard, chiedendomi se conoscesse quella storia e che cosa ne pensasse...
mi chiesi se non fosse il caso di parlargliene...
esitai...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Ad un tratto giunsero davanti ad una porta.
“E' bloccata...” fece Guisgard “... hai visto la serratura, Talia? E' a forma di esagono...”
proseguirono allora lungo il corridoio, fino a raggiungere un'altra porta.
“E' aperta questa...”
Ed entrarono.
“Sembra l'armeria...” disse Guisgard “... strano, solitamente questa stanza è sempre chiusa e le chiavi può averle solo il comandante...”
Talia in quel momento calpestò qualcosa con un piede.
Era un chiavistello esagonale.
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La vista di quel chiavistello mi fece passare, per il momento, dalla mente tutti quei pensieri...
Lanzaras avrebbe potuto aspettare...
ed anche le storie sul suo tesoro!
“Guarda!” dissi a Guisgard, chinandomi a raccogliere quella strana chiave “Sembra la stessa forma della serratura di poco fa, non trovi? La serratura della porta chiusa...”
Sollevai gli occhi e lo fissai, porgendogli l’oggetto...
“Ormai siamo qui...” mormorai “Forse è il caso di controllare anche quella cabina!”