Gli occhi di Talia erano fissi su quella porta.
Nel buio sembravano prendere forma mille e più immagini, animate dal sussultare della nave e a cui il sibilo del vento pareva dar voce.
Ma più che voci sembravano gemiti, lamenti, pianti ed echi lontani.
Echi giunti dal passato, dove si annidano i fantasmi più pericolosi.
Il vento era aumentato d'intensità e spruzzi di acqua arrivavano sul ponte.
Talia sentiva freddo.
Un freddo innaturale, come se fosse giunto da un Oltretomba lontano.
Talia allora, come Euridice, era sull'orlo di quell'Ade, invocando qualcuno che come Orfeo sembrava essere lontano da lì.
“Talia...” disse ancora una voce “... Talia, sono qui...” era ancora Guisgard “... Talia...”
Poi, all'improvviso, una mano afferrò il suo braccio.
“Cosa ci fai qui?” Fissandola Guisgard, appena risalito dalla stiva. “Perchè sei venuta su questa nave? Idioti!” Voltandosi verso il ponte della Santa Rita. “Avevo detto loro di occuparsi di te!” Tornò a fissarla con i suoi occhi che il vento aveva reso più luminosi.
O forse era solo la visione di lei ad averli resi così.
“Perchè sei venuta qui, Talia?” Chiese ancora alla ragazza. “E' pericoloso star qui...”